Max Menetti – Una stagione all’arrembaggio. Ha privilegiato la costruzione di un gruppo solido alla permanenza di giocatori di talento ma slegati dal progetto tecnico. Inizio difficoltoso, con la querelle Fantinelli, la permanenza forzata di Antonutti e Sabatini, la scelta di Wayns. Con lui la squadra è cresciuta passo dopo passo, tra similitudini ciclistiche e filosofia zen. La sua parola chiave è “consapevolezza”, riesce a lasciarsi alle spalle anche le ironie dei fortitudini. Coach anche scaramantico, passeranno alla leggenda le sue abitudini ed i suoi riti prepartita. Voto 9

Andrea Gracis – Più forte delle critiche. Lo dimostra mantenendo la freddezza nel periodo critico invernale, con le due scoppole a cavallo di capodanno che fanno esplodere i casi Wayns ed Antonutti. In poche settimane di febbrile lavoro corregge in corsa una squadra comunque competitiva facendola diventare uno schiacciasassi. Voto 8,5

Paolo Vazzoler & Giovanni Favaro – La coppia che gestisce la società, con un occhio attento al bilancio e cercando sempre risorse fresche per puntellare le ambizioni della piazza. Low profile mescolato a dichiarazioni rilasciate nei momenti giusti, meno carica elettrica all’ambiente e tanto pragmatismo. La vittoria è anche merito loro. Voto 8,5

Amedeo Tessitori – Dal rossoblu di Biella al biancoceleste di Treviso passando attraverso l’azzurro della Nazionale. Una stagione a colori per il pivot pisano, il miglior interprete del ruolo in A2. Duro, concreto, anche spettacolare. Migliorato nella gestione dei falli, suo atavico problema, e stoppatore di livello assoluto. Voto 8,5

David Logan – Il colpo a sorpresa di febbraio. Firmato in pieno Carnevale, lo scherzo l’ha fatto a tutte le altre squadre, a cominciare dalla Fortitudo irrisa a ripetizione nella finale di Coppa. Gioca in ciabatte per un mese, poi sale di tono; il suo infortunio contro Trapani spaventa tutti ma torna in tempo per mettere di nuovo la sua firma, indelebile, sulla partita più importante. Voto 9

Dominez Burnett – Giocatore per tutti i ruoli. Guardia, ala piccola, point forward, persino ala forte tattica in gara3 di finale. Ha smentito tutti i critici che a settembre lo bollavano come un giocatore sopravvalutato, dedicandosi anima e corpo alla squadra. Prima di lui, da Flint era arrivato a Treviso un certo Charlie Bell che portò uno scudetto in dote. Con Dominez la tradizione vincente si è ripetuta. Voto 8,5

Alvise Sarto – Uno dei millennials. Tanti minuti in preseason, ma spazio anche durante l’annata per coprire infortuni o situazioni difficili. Si è fatto apprezzare per umiltà, serietà, puntualità. Dettaglio di non poco conto: ha giocato i playoff mentre preparava gli esami di maturità scientifica. Un ragazzo su cui puntare. Voto 8

Davide Alviti – Una maturità raggiunta cammin facendo. Anche scontrandosi col coach, anche cambiando ruolo. Da ala piccola titolare a cambio d’energia, da tiratore perimetrale a difensore sulle linee di passaggio. A 23 anni la sua carriera è ancora in rampa di lancio ed in tanti sperano che possa restare per testarsi anche a livello di Serie A. Voto 8

Maalik Wayns – Grandi referenze, buona applicazione ma non era la sua squadra né il suo ruolo. Un equivoco in fondo, risolto con somma signorilità da lui stesso ammettendo di non poter far nulla per il gruppo che ha apprezzato la sua sincerità con un lungo applauso di commiato in spogliatoio. Voto 6 (per l’impegno e l’onestà intellettuale)

Manuel Saladini – Motorino inesauribile, fa la sua apparizione nella seconda parte di stagione sfruttando le chiamate del coach per farsi apprezzare per abnegazione e spirito di sacrificio. Voto 7

Giovanni Tomassini – La sfortuna ci vede dieci decimi. Come avvenuto a De Zardo due anni fa, due infortuni in pochi mesi azzerano la sua stagione. Doveva essere l’aggiunta di qualità a dicembre, è stato spettatore non pagante per mesi. Voto ng

Michele Antonutti – Il rapporto con Menetti non è mai decollato e l’equivoco della nomina a capitano dopo i tentativi estivi di risoluzione del contratto non ha fatto altro che peggiorare le cose. Prime partite incoraggianti, poi la lenta discesa nel rendimento e nell’applicazione. A Verona ha toccato il fondo, obbligando la società ad intervenire togliendogli i gradi e mettendolo fuori squadra prima dell’inevitabile addio. Voto 5

Simone Barbante – Con quel corpo e quelle mani potrebbe fare molto di più. Il marchigiano è un investimento in ottica futura della società: l’auspicio è che possa iniziare davvero a rendere. Voto 6

Matteo Imbrò – Reduce da un’annata in chiaroscuro, si merita il premio di Most Improved Player. Si prende il posto in quintetto come play, viene investito della responsabilità di fungere da capitano e riorganizza ottimamente la squadra con personalità e freddezza. In campo si divide in più ruoli ed alla fine disputa forse una delle sue migliori stagioni. Voto 8,5

Andrea Epifani – Uno dei ragazzini terribili. I tifosi se ne innamorano dopo un precampionato eccezionale, in stagione mostra le sue qualità di giovane play esuberante. Ma la sfortuna si accanisce su di lui e presto deve alzare bandiera bianca. Comunque uno dei volti su cui costruire il futuro, non solo a livello giovanile. Voto 7

Matteo Chillo – Alla Fortitudo gli avevano preferito Pini e lui, bolognese e tifoso dell’Aquila sin da bambino, non l’ha presa benissimo. Menetti l’ha voluto fortissimamente puntando sulle sue doti di grinta e di lungo atipico, capace di agire da sponda contro le zone, mantenendo sempre alta la concentrazione. La vera sorpresa della stagione, ha fatto dimenticare Bruttini. Potenza della maglia n.15, ereditata idealmente da Tommy Rinaldi? Voto 8,5

Lorenzo Uglietti – All’annuncio della sua firma, alcuni tifosi avevano storto la bocca pensando che l’ingaggio di una guardia con poco tiro ed abituata a ruoli di contorno non fosse necessario. Il piemontese ha smentito tutti, applicandosi in un ruolo, quello del play, che non gli apparteneva all’inizio ed impegnandosi quale agente speciale difensivo sull’avversario più pericoloso. Qualche battuta a vuoto all’inizio, poi una crescita imperiosa. Voto 9

Luca Severini – Silenzioso, quasi timido all’apparenza. Ma l’ala di Loreto, giunta in corsa a sostituire Antonutti, ha raccolto meritati applausi con una difesa sempre dura e puntuale e con un sorprendente tiro sugli scarichi che ha messo in crisi diverse difese. A dimostrare che la concretezza è sempre preferibile all’apparenza. Voto 7,5

Eric Lombardi – Prezioso, finché c’è stato. Con lui in campo, Tessitori ha potuto limitarsi nei falli scatenando tutto il proprio potenziale. Non solo voli a canestro ma tante piccole cose anche in retroguardia, più un ficcante tiro dall’arco che ha scompaginato le carte di varie squadre. La rottura del tendine d’Achille ne ha tarpato le ali nel momento più bello ma la promozione appartiene anche a lui. Voto 8