Sabato San Teonisto tornerà ai fasti di chiesa rinascimentale. Anche se ormai sconsacrata da decenni e trasformata in aula per conferenze. In mattinata a San Teonisto, con una grande cerimonia pubblica nella ex chiesa, in via San Nicolò 31,  torneranno i suoi “teleri”.

Verranno insomma ricollocate le grandi tele, così come si usava in età rinascimentale, durante i grandi fasti della Repubblica della Serenissima e della grande pittura veneta del ‘500, teleri nati per decorare le pareti della chiesa. L’edificio era rimasto chiuso per decenni, sino a quando Luciano Benetton non ha deciso di acquistarlo dalla Curia e ristrutturarlo per farne un nuovo polo culturale della sua Fondazione Benetton, capace di contenere mostre, concerti e incontri. Dopo anni di lavori, San Teonisto è stata inaugurata lo scorso ottobre, con un restauro che, grazie ad un meccanismo manuale, fa uscire dal pavimento le sedie per trasformare la navata in auditorium.

Mancava però ancora una cosa: dal Settecento fino ai primi del Novecento, le pareti laterali, del presbiterio e dietro l’altare erano appunti abbellite da tele di scuola veronese del Seicento. Ma dopo il bombardamento della seconda guerra mondiale, i teleri vennero trasferiti nei depositi dei musei civici, poi esposti ma solo in parte a Santa Caterina, quindi rimessi in deposito per permettere i lavori di restauro a Santa Caterina. Ma non appena completato il recupero di San Teonisto, è stato siglato un accordo per il ritorno dei teleri nel posto a loro originariamente destinato. Le opere che sabato rientreranno a San Teonisto sono 19, non tutte quelle che un tempo arricchivano la navata, poiché alcune sono state rubate durante la guerra, altre concesse ad altri enti (Montecitorio in primis) sempre nel dopoguerra.

L’operazione ha avuto il via libera della Soprintendenza, che ha seguito anche gli ultimi lavori di restauro dei teleri. Fondazione Benetton si farà carico sia dei costi del trasloco che delle operazioni di allestimento dell’ex chiesa, ma anche della custodia delle opere, compresi i più onerosi costi di assicurazione delle opere: circa 4 milioni di euro. La concessione attraverso la quale il Comune consegnerà le 19 opere in mano a Benetton ha valore trentennale. Al termine potrà essere rinnova.