Università, prestazioni sanitarie agli studenti fuori sede

Donazzan, “Necessario al piu’ presto un accordo quadro tra Mur e Ministero Salute”

 

“La necessità delle studentesse e degli studenti universitari fuori sede di poter fruire
delle prestazioni sanitarie è un tema che richiede al più presto un accordo quadro tra
Mur e Ministero della Salute. L’attuale pandemia, con il divieto di rivolgersi
direttamente agli ospedali se non per situazioni gravi, ci ricorda quanto sia
indispensabile. Il precedente da cui partire è veneto, un protocollo tra l’ateneo di
Padova e l’azienda sanitaria territoriale. Come assessori alla Scuola e all’Università
abbiamo posto la materia all’attenzione del presidente della Conferenza delle Regioni,
con l’obbiettivo di raggiungere quanto prima il risultato”.

Con queste parole l’Assessore alla Scuola e Università, Elena Donazzan, annuncia che le istanze dell’assessorato veneto sono state rappresentate nella lettera a firma della coordinatrice degli Assessori regionali all’Istruzione e Università, inviata oggi al
presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano
Bonaccini.

“Il problema – spiega Donazzan – venne sollevato a me dal Coordinamento degli
Studenti Universitari durante la prima fase dell’emergenza sanitaria. Il problema trovò
in Veneto una soluzione grazie ad un accordo tra l’Università degli Studi di Padova e
Azienda ULSS Euganea per la copertura di assistenza sanitaria con medico di
medicina generale; agli studenti è stato messo a disposizione un elenco di medici per le
loro esigenze, versando un contributo di 10 euro all’Azienda stessa. Tuttavia, questa
non può essere una modalità esportabile anche per gli iscritti a tutti gli altri atenei in
Italia. Mancando una norma di copertura a livello centrale, infatti, ci sono studenti
fuori sede che rischiano di perdere il diritto ai propri medici nella località di residenza.
Portata la questione all’attenzione della nona Commissione, puntualmente è stata
recepita ed oggi perverrà alla conferenza dei Presidenti”

“Nella lettera affidata per la stesura alla coordinatrice Alessandra Nardini – aggiunge
l’Assessore Donazzan – si chiede che si predisponga un accordo quadro nazionale tra i ministeri interessati, riprendendo quanto già richiesto dal Consiglio Nazionale degli
Studenti Universitari anche a livello governativo. In particolare, si richiede di non
limitare ad esperienze localistiche l’assicurazione di servizi adeguati e assicurare la
possibilità di mantenere nel comune di residenza il proprio medico di base. Si tratta di un’esigenza sentita perché mantiene il legame con i propri luoghi di origine, dove i
ragazzi fanno sovente ritorno nei periodi di interruzione delle attività accademiche. Il
rapporto con il medico di famiglia non deve precludere la possibilità di iscriversi
temporaneamente alla Asl del territorio dove seguono i corsi universitari”.