Paolo Vanoli, allenatore del Venezia FC - foto Andrea Pattaro@Vision
Paolo Vanoli, allenatore del Venezia FC - foto Andrea Pattaro@Vision

Alla vigilia del match in casa del Benevento, mister Paolo Vanoli, allenatore del Venezia FC, ha incontrato la stampa in videoconferenza.
Ecco le sue dichiarazioni.
Mister Vanoli, innanzitutto: Lei si troverà a che fare con una squadra in gran parte rivoluzionata, dopo il mercato invernale.
“La squadra è viva, ha voglia di fare qualcosa di importante. I nuovi innesti conoscono benissimo la categoria, alcuni giocatori sono elementi di prospettive interessanti, poi è chiaro che da oggi ci troviamo a rifare una squadra, non era nei miei progetti all’inizio, quando sono giunto qui, ma la dinamica del mercato è anche questa. Inoltre, questa è una grande sfida, e a me le sfide piacciono. Sarà una finale, come ha detto Cannavaro, sta a me far diventare questo gruppo una squadra. Per cui dovremo avere: corazza, testa, ma non solo: mi riferisco a una cosa importante: i nostri tifosi ci hanno scritto una bellissima lettera, li ringrazio per questo, l’ho appesa nello spogliatoio. E’ una grande sfida, ripeto, e queste sfide le accetto”.
Quali sensazioni le dà il fatto di incrociarsi con Cannavaro?
“E’ solamente stato un privilegio, per me, giocare con un calciatore del genere. Giocare con Fabio è tutto più semplice”.
Il ds, nella conferenza stampa di ieri, ha detto che Lei si spacca la schiena da mattina a sera, al campo di allenamento, ma allo stesso tempo ha detto che, specie dopo il Sudtirol ha visto piattume in squadra…
“Ringrazio il ds per queste parole, un allenatore va giudicato dalle persone che allena quotidianamente. Ognuno sa che io entro alle 8,30 ed esco alle 20,30. Io infatti devo innalzare i capitali e incrementare i risultati. Ho per questo penalizzato la mia famiglia, però mia moglie sa che questa è la mia grande passione. La partita contro il Sudtirol? Ci è mancata la conclusione finale. Ci è mancata anche la capacità ci capire che il punto, alla lunga, pesa. Dopo quello che è successo sono state le dinamiche  del mercato ad avermi scioccato. Nonostante questo, da una parte sono fiero anche del mio lavoro, ma dall’altra parte non ho tempo di pensare a chi è andato via, perché devo pensare a chi è rimasto, che ha dimostrato di avere voglia di combattere fino alla fine, e devo pensare quindi a domani, al match contro il Benevento”.
Dal punto di vista tattico cambia qualche cosa, con i nuovi innesti?
“Avevo chiesto al ds di prendere giocatori funzionali rispetto a quello che portiamo avanti. Ci mancava un braccetto sinistro, un play e l’abbiamo trovato con Jajalo, e un attaccante con caratteristiche diverse da quelle che già avevamo. Penso che il direttore abbia fatto un ottimo lavoro, e che abbia fatto il massimo per accontentarmi, specie nel cercare giocatori che fisicamente stiano bene. La bravura nostra è cercare di mettere nella miglior condizione il giocatore. Sono più carico di prima e arriverò fino in fondo a questa sfida”.
E’ vero che a fine partita contro il Sudtirol si è verificato un episodio spiacevole tra Lei e Crnigoj ?
“No, assolutamente. Da quando sono arrivato, ritengo di essere sempre stato una persona schietta e sincera. Non sono capace di dire bugie, è il mio carattere limitante, quando devo dire le cose le dico. Io semmai ringrazio Crnigj, come tutti coloro che sono stati qui, se sono andati in serie A è perché hanno un valore. Volevo arrivare a gennaio e toccare la squadra il meno possibile, poi abbiamo dato e preso, giocatori con livello tecnico magari inferiore, ma con entusiasmo, determinazione e voglia di arrivare. Guardo ad esempio Hristov, Ciervo, Carbone. Le dinamiche, si sa, purtroppo cambiano anche all’ultimo momento. Ma io guardo avanti, ringrazio tutti loro, mi hanno dato tanto e hanno dato tanto al Venezia. Sono veramente contento di vederli nella categoria dove volevano andare, speriamo di poterli incontrare nuovamente in quella categoria. Ma il passato è passato”.
E’ mancato qualcosa al mercato, la cosiddetta “ciliegina sulla torta”?
“No, gli obiettivi sono stati raggiunti. I ragazzi che sono qui, e sottolineo che ho quattro  punte, ne sono contento, spero che possano migliorare anche in zona realizzativa, e spero che questa sia un’occasione di crescita. Johnsen ci deve dare qualcosa in termini di continuità e incisività. Pohjanpalo è un ragazzo su cui non posso dire nulla. Insieme a questo gruppo andremo fino alla fine”.
I giocatori tutti disponibili?
“Sì, a parte Sverko e Redan, gli unici due giocatori che ancora non conosco e avrò il piacere di conoscere piano piano. Modolo è ancora out, ma è in fase di recupero”.
La spaventa l’idea di fare 8 vittorie per salvarsi?
“Sì, avrei preferito 16 pareggi”.
Ma 8 vittorie sono 24 punti…
“Sì, ma se pensi a 8 vittorie e ogni domenica giochi per vincere, è la cosa più sbagliata. Così si retrocede. L’unico che pensa in meno sono io da quando sono arrivato, ma alla lunga i fatti mi hanno dato ragione. Il problema è come si arriva a un obiettivo, ed è questo che dobbiamo far imparare ai giocatori. La partita di domani non può essere la fine. La serie A, purtroppo è più direzionale, ma la serie B, soprattutto per salvarsi, è più lunga. Ripeto: le partite bisogna giocarle soprattutto di testa. E pertanto bisogna concentrarsi, fare meno errori possibili, non ci può condizionare una partita giocata veramente bene con un episodio, questa è la salvezza, non puoi avere sempre 10 palle goal. Per questo ho detto che preferisco 16 pareggi. A volte infatti non ti rendi conto del problema del perché non vinci. Poi, indubbiamente la sfida di domani per me è importante, come lo è per i giocatori e per la gente. Se non basta quello che ho fatto, darò di più”. 
Domani si affrontano due squadre che, all’inizio dell’anno, non si pensava che si potessero trovare, attualmente, in questa situazione.
“Sarà una partita difficile, sul piano mentale e tecnico-tattico. I punti cominciano a diventare pesanti. Il nostro campionato? Dobbiamo essere forti di testa, sappiamo che dobbiamo fare punti e non dobbiamo spaventarci di nulla. Dobbiamo avere la capacità di tirarci fuori. Questo campionato, lo ripeto, sarà difficile per tutti. Su questo testa bassa, saper fare una cosa: lavorare giorno per giorno e trovare le soluzioni a questa situazione che, ripeto, non finisce domani”.
Come sta Cheryshev? 
“Il suo problema è che gli è mancata la preparazione. In due anni ha fatto due partite da 90 minuti, io devo portarlo a stare bene. Ma sono convinto che in tanti ruoli ci possa dare una mano. Le sue qualità tecniche si conoscono benissimo, la sua è solo una questione fisica, il giocatore non si discute”. 
Pensa di inserire già i nuovi innesti, nella gara di domani?
“Stanno tutti bene, devo dire che la scelta mia specifica su dove andare a prendere i giocatori era su giocatori che il ds conoscesse bene, inoltre so che sono stati allenati bene, poi è normale che, com’è successo con Jajalo, se non hai il ritmo partita, poi la tensione è ad alti livelli, specie se sai di dover fare risultati. Devo riuscire a calibrare tutte queste  situazioni”. 
Chi sarà il nuovo capitano?
“Sarà una sorpresa, lo scoprirete domani”.