Paolo Poggi in conferenza stampa
Paolo Poggi in conferenza stampa

Questa mattina, nella tensostruttura Agorà del Taliercio, Paolo Poggi, ex responsabile dell’Area Tecnica del Venezia FC, è intervenuto in una conferenza stampa per spiegare i motivi delle sue dimissioni dal club arancioneroverde.

“Avendo io dato le dimissioni – ha sottolineato Poggi – mi sembrava una cosa logica fare questa chiacchierata informale. Non deve essere considerata una polemica o una risposta a quello che è stato detto prima dalla società”.

Il rapporto con Collauto

“Vari motivi mi hanno spinto a fare questa scelta, non solo uno, non solo perché Mattia Collauto è stato esonerato. Certo è uno dei più importanti motivi, ma al di là del fatto che Mattia ha fatto un buon lavoro nei suoi due anni da ds e sette da responsabile del settore giovanile, sono molto legato a Mattia e ho scelto l’amicizia, la fratellanza, piuttosto che il lavoro. Sono un bacchettone da questo punto di vista”.

Le altre motivazioni

“Poi non sentivo più che venivano rispettati i valori della società che riconoscevo. Anche nel rispetto della società e della gente, non mi sembrava più il caso di continuare una cosa che andava a scontrarsi con questi valori. Poi ho dei figli e devo insegnargli che cosa è giusto o sbagliato. Essere coerenti con le proprie idee. E non scendere a compromessi”.

“Tifoso ci rimango”

“Siamo quasi innamorati di questa società e continuerò ad esserlo, sia chiaro, tifoso ci rimango, non mi metto a gufare contro il Venezia. Anche per questo motivo dico che queste parole sono mie e solo mie”.

Rispetto e Responsabilità

“Quando parlo di valori, parlo di rispetto, sincerità, cose fondanti; e queste due cose sono venute meno. A volte si può perdonare, dopodiché basta. Non si stratta di giudicare la mia professione. Qui si mette in discussione la mia persona e non posso accettarlo. Ho delle responsabilità, inoltre, verso il tifoso, la persona che mi vede quotidianamente per la strada. Fortunatamente la risposta che ho avuto dopo le dimissioni è stata positiva, dalle persone. Per cui questo mi ha fatto stare un po’ tranquillo. Mi sono preso le responsabilità che dovevo insieme a Mattia, in un comunicato in difesa di Menta. Abbiamo usato, solo noi, la parola responsabilità. Quando uno vuole essere protagonista di un’avventura è giusto che ci metta la faccia. Mi piacerebbe ricevere gli onori del caso, ma anche sentirmi dire quando sbaglio. Non sono episodi ma sensazioni, quelle di mancanza di rispetto. Il rispetto, o meglio la sua mancanza, per me, è anche arrivare dieci minuti di ritardo ad un appuntamento. Penso che sia chiaro il messaggio che ho dato. E solo un mio punto di vista, non è legge quello che dico io, ma è mio. Sono ancora sotto contratto con la società per cui volevo in qualche modo giustificare perché non faccio più parte di questa società.

Il futuro di Poggi

“Ho una scuola calcio che ho iniziato 12 anni fa insieme ad un gruppo di persone, a cui ho partecipato attivamente per tre anni, ma poi dovuto tralasciare un po’ perché è un bagno di sangue, in termini di energie, poi ho cominciato a lavorare per il Venezia. Fortunatamente le persone con cui ho cominciato hanno avuto il coraggio e la capacità di mantenerla è sempre viva, però io probabilmente tornerò là a fare il lavoro che avevo lasciato cercando di incrementarlo, per portare la squadra, a livello di servizi, di eccellenza. Ritorno ad occuparmi dei bambini, che danno soddisfazione. Poi questo è quello che dico oggi, si sa che nel calcio si viene smentiti”.

Contrasti di idee

“In una società ci sono sempre idee divergenti. Ma sé quelle cose sono state fatte significa che la responsabilità è anche mia”.

L’esonero di Zanetti

“Questo non c’entra con lo spirito della conferenza stampa. In questo momento ho spirito rilassato e non voglio mettermi in contrapposizione con il Venezia”.

Venezia e l’essere veneziani

“È una sensazione, quando non ci si sente più adatti è giusto dare spazio a chi è più adatto. Questo non è un lavoro semplice, non lo dico solo perché sono veneziano. Essere veneziano non è un peso, ma un valore aggiunto. Mai sentito pressione ma solo gioia di questo. Ma è un lavoro estenuante in certi momenti, quando si perde ma anche quando si vince. Però quando manca qualcosa e ci si rende conto che non si può più fare allo stesso modo, e il momento di farsi da parte. Questa non è una società come le altre.  Il Venezia FC rappresenta una città che non può essere uguale alle altre, se non ti fai completamente coinvolgere da questa città, dai suoi ritmi e mentalità, non la puoi capire. Qui sono state fatte tante cose di cui il mondo beneficia ancora oggi. O sei al 110 per cento, come il bonus (ride, ndr) oppure la tradisci, e tu non puoi tradirla, è troppo sopra a tutti noi”.

Il sostituto

“Non è detto che ci ci sarà qui sarà migliore di noi, non si può giudicare una cosa prima che accada. Abbiamo trasmesso tanta passione, ma non è l’unica cosa che si possa trasmettere. Questa è sicuramente un’ottima società”.

Un grande dispiacere 

“Da uno a dieci mi dispiace cento, lasciare questa squadra. Mi dispiace non beneficiare più di questo posto. Ho persino pitturato la tribuna, messo la segatura in inverno in alcuni punti delle strutture perché non ghiacciasse”.

La tifoseria

“Sono tanto, tanto riconoscente alla Curva, specie dopo quanto accaduto a seguito del match con il Cagliari. Nel momento in cui la società percepisce che ci sei legato, ti è riconoscente, ma non pensavo così tanto. Ho visto tanti bambini della mia scuola calcio, certo erano presenti non solo per me, ma vederli è una cosa bellissima. Mi ha emozionato tanto”.

Il rapporto con Niederauer

“Quella sera della partita avevo già da tempo deciso di dare le dimissioni, avevo parlato con Niederauer già venerdì . Mi sono confrontato anche con la mia famiglia, prima di farlo. quanto al Presidente, sì: ha tentato di convincermi a rimanere”.