SOS violenza sulle donne - immagine di repertorio
SOS violenza sulle donne - immagine di repertorio

“Nel 2021 i contatti presi con i Centri Antiviolenza sono stati 6.432. In Veneto, si è quindi registrata una donna ‘presa in carico’ ogni 751 donne residenti, secondo i dati del Report sulle Strutture Regionali del novembre 2022. Si può stimare che circa un contatto su tre (30%) si traduce in una effettiva presa in carico da parte delle strutture. La violenza più frequentemente riferita dalle donne è quella psicologica (2.821) seguita da quella fisica (2.040). La violenza psicologica, stalking, economica, cyberviolenza è decisamente prevalente rispetto sulla violenza fisica e sessuale o alle molestie. Sono numeri pesanti, che mostrano quanto il fenomeno sia in crescita e ci sia quindi la necessità di mettere in campo più risorse per una risposta che sia sempre più rapida, efficace e diffusa a livello territoriale”.

Così l’assessore regionale alla Sanità e Politiche Sociali Manuela Lanzarin commenta l’approvazione da parte della Giunta di una serie di investimenti per un valore complessivo di oltre 3 milioni 908 mila euro nel 2023 a favore di interventi di prevenzione contrasto alla violenza sulle donne. Le risorse saranno per 1 milione di euro stanziate direttamente dalla Regione e per 2 milioni 908.168 grazie allo specifico decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 22 settembre dell’anno scorso.

“Con questo provvedimento teniamo fede ad un impegno – aggiunge l’Assessore -, quello di dare una risposta concreta grazie ad un’articolazione di servizi mirati al contrasto di questa piaga sociale, indicando la via d’uscita a simili situazioni con la possibilità di raggiungere il riscatto personale tramite una rete di attenzione e protezione”.

La rete ha la sua spina dorsale in 26 Centri antiviolenza, 28 Case rifugio e numerosi sportelli antiviolenza su tutto il territorio regionale. L’attività si fonde su molteplici linee d’intervento: iniziative mirate alla ripartenza sociale ed economica delle donne nel loro percorso di fuoriuscita dal circuito di violenza; rafforzamento dei servizi attraverso interventi di prevenzione, assistenza, sostegno e accompagnamento delle vittime; interventi per il sostegno abitativo, il reinserimento lavorativo e l’accompagnamento nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza; progetti rivolti anche a donne minorenni vittime di violenza e a minori vittime di violenza assistita.

Anche nel 2021, dato più recente, solo state le donne coniugate quelle più esposte. Il dato sull’occupazione dice che la percentuale delle donne occupate è al 51%, in linea con la percentuale del 53% rilevata per l’anno 2020. I figli e le figlie minori sono 1.911, di cui 110 vittime dirette di violenza pari al 6% del totale, mentre i minori vittime di violenza assistita sono 1.684, pari al 88% del totale.

“Purtroppo, tra le mura domestiche o nei rapporti di coppia si consumano situazioni, molto spesso gravi– aggiunge l’Assessore -. È tutt’oggi una necessità sempre presente, purtroppo, quella di garantire un asilo sicuro alle ragazze e alle madri che subiscono violenza. Il Veneto da anni sta dimostrando la rilevanza che attribuisce al contrasto di questa piaga. La disciplina per gli sportelli dei centri antiviolenza stabilisce la loro corretta definizione, l’ambito d’intervento, i requisiti strutturali ai fini dell’abitabilità, gli orari minimi da garantire, la presenza del personale che è tutto esclusivamente femminile. Stabilisce, inoltre, la necessità di un collegamento con il CAV e con tutta la rete oltre all’adesione al numero verde nazionale 1522. Lo sportello deve essere inserito nella carta dei servizi del CAV perché svolge la funzione di punto informativo e di primo ascolto per individuare i bisogni della donna, al fine sia di una valutazione del caso sia della proposta delle prime indicazioni utili”.

Il provvedimento non prevede solo investimenti mirati, ma anche norme che disciplinano il funzionamento dei centri antiviolenza e ne organizzino interventi e attività, adattandoli alle crescenti esigente del territorio.

La programmazione approvata prevede la seguente suddivisione dei finanziamenti:

  • € 700.000 a sostegno di progetti di autonomia delle donne prese in carico dai centri antiviolenza e dalle case rifugio;
  • € 300.000 per la formazione specifica del personale sanitario e socio-sanitario (tutte operatrici) delle Aziende ULSS;
  • € 1.093.942 a sostegno delle attività e servizi dei CAV (€42.074,69 ciascuno);
  • € 1.086.226 a sostegno delle attività e servizi delle Case Rifugio (€ 38.793,78 ciascuna);
  • € 160.000,00 a sostegno degli sportelli;
  • € 374.000,00 a supporto ai CAV per numero telefonico dedicato e attività h24;
  • € 194.000,00 a sostegno dei CAV e delle case rifugio, con particolare attenzione al finanziamento delle rette di accoglienza – anche in emergenza – delle donne vittime di violenza e dei figli minori.