Contrastare il dramma della violenza di genere, puntando a far diventare i pubblici esercizi un presidio di sicurezza. Questi alcuni degli obiettivi che si pone la campagna ‘Sicurezza Vera’, promossa dal Gruppo Donne Imprenditrici di Fipe (Federazione italiana Pubblici esercizi) e dalla Polizia di Stato – Direzione Anticrimine. I contenuti dell’iniziativa, frutto di un protocollo nazionale firmato a Roma nella scorsa primavera, sono stati presentati a Mestre questa mattina, martedì 30 novembre, nella sede di Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia. Presente per l’Amministrazione l’assessore alla Coesione sociale Simone Venturini.
Con lui Massimo Zanon, presidente Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia, Valentina Picca Bianchi, presidente del Gruppo Donne Imprenditrici di Fipe Confcommercio e Maurizio Masciopinto, questore di Venezia. Al tavolo degli interventi anche Giampaolo Palmieri, primo dirigente Divisione Anticrimine Questura di Venezia, Elena Bordin, presidente del Gruppo Donne Imprenditrici di Fipe-Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia, Roberta Boscolo, imprenditrice Fipe Confcommercio, Rachele Scandella, dirigente scolastica dell’istituto “Barbarigo” di Venezia e rappresentante della Rete Nazionale Istituti Alberghieri e Patrizia Marcuzzo, responsabile Centro Antiviolenza e Sportello Antiviolenza del Comune di Venezia.
Il progetto, è stato spiegato, consiste nella costruzione di una rete di esercizi pubblici, associati a Fipe Confcommercio, impegnati a prevenire gli atti di violenza verso le donne, vigilare su situazioni a rischio, valutare elementi di pericolo, promuovere la cultura del rispetto. I pubblici esercizi nell’ambito metropolitano, è stato sottolineato, costituiscono una rete al servizio della collettività. Nella Città Metropolitana di Venezia ci sono oltre 5.600 imprese, che mobilitano circa 33.400 addetti, delle quali 1.450 (25,9%) hanno come titolare o prevalenza nella compagine sociale le donne. Un presidio che può contare nel Veneziano su un pubblico esercizio ogni 152 abitanti.
“Troppo spesso i pubblici esercizi vengono dipinti come luoghi pericolosi – ha affermato Picca Bianchi – luoghi nei quali si pensa che sia lecito fare avances spinte alle ragazze che servono ai tavoli, o nei quali un sorriso in più fatto da una donna che lavora dietro a un bancone viene subito male interpretato. Luoghi in cui si lavora fino a notte fonda e, spesso le donne, titolari o dipendenti che siano, chiudono le saracinesche rimanendo sole nelle città ormai quasi deserte. Noi vogliamo ribaltare questo stereotipo e rafforzare i nostri locali in presìdi di legalità e di sicurezza, nonché, creare una rete per promuovere e diffondere la cultura di genere. Per le dipendenti, le clienti e le titolari di aziende. E il primo passo per prevenire la violenza è quello di riconoscere i segnali di pericolo. Grazie al supporto della Polizia di Stato, insegneremo sia alle donne sia agli uomini a riconoscere questi segnali e insegneremo loro come reagire”.
“Rispondiamo con grande senso di responsabilità a questa iniziativa nella consapevolezza dell’importante funzione sociale delle attività commerciali nelle nostre città; – ha proseguito Zanon – non si tratta solo di un luogo dove promuovere una cultura: dove c’è una vetrina illuminata, dove c’è un negozio aperto, lì c’è un prezioso presidio di sicurezza per tutti, ma in particolare per le donne, e per le persone più deboli o momentaneamente in difficoltà. Del resto il pubblico esercizio è da sempre un luogo di ascolto e di condivisione: con questo progetto i nostri imprenditori e i loro collaboratori, saranno appositamente formati e preparati dal personale della Polizia di Stato e potranno rappresentare un ulteriore punto di riferimento per chi cerca un primo, urgente ascolto e un primo affiancamento per contattare la Pubblica Sicurezza”.
“Per contrastare una piaga sociale come la violenza di genere – ha messo in evidenza Venturini – l’impegno che si mette in campo non è mai troppo. Sia per combattere la violenza evidente, che fa male dal punto di vista fisico, sia per contrastare quella violenza più subdola che a volte si vede passare anche in alcuni messaggi sui media. È quindi importante l’attivazione a Venezia di ‘Sicurezza Vera’, che vede protagoniste le donne e coinvolge il mondo del commercio, perchè, come è stato sottolineato, i negozi sono presidi importanti del territorio, sono frequentati da molte persone e possono avere un ruolo determinante sia nell’influenzare un cambiamento positivo di comportamento, sia nell’intercettare e segnalare situazioni di pericolo agli organi preposti. Tra i quali c’è anche il nostro Centro Antiviolenza, che anno dopo anno cresce con le sue attività a supporto alla comunità”.
“Oggi facciamo un ulteriore passo avanti – ha proseguito l’assessore – perché diciamo chiaramente che il tema della violenza di genere non riguarda solo le donne, le Forze dell’ordine o i Centri Antiviolenza. Coinvolge tutta la collettività e una città intera nella sua articolazione: il mondo della scuola, il lavoro, il commercio, lo sport. Ognuno può fare qualcosa e tutti, ancor più in questo mese dedicato al contrasto alla violenza di genere, dobbiamo lavorare per far passare questo importante messaggio”, ha concluso Venturini.