Nel 2021 i visitatori dei musei veneti sono cresciuti del 50,7 per cento rispetto all’anno nero dello scoppio dell’emergenza sanitaria, il 2020. E i numeri nel 2022 – ancora in corso di rilevazione – potrebbero essere ancora più positivi. Sono i dati contenuti nell’ultima pubblicazione Statistica Flash a cura dell’Ufficio statistica della Regione, dal titolo “Ritorniamo ad apprezzare la cultura vis-à-vis”, elaborati sulla base dei censimenti Istat sui musei e biblioteche. Dati che analizzando l’ultimo periodo consolidato, risalente appunto all’anno 2021.

I numeri raccontano la resilienza del settore che, in un momento di estrema difficoltà, ha saputo reinventarsi puntando sul web con tour virtuali dei musei, laboratori didattici e convegni on-line, prestiti digitali nelle biblioteche. Nel 2021 lo scenario è stato in netta ripresa, rispetto all’anno precedente per numero di visitatori nei musei veneti (+50,7%) e nelle biblioteche (+16%). I visitatori dei nostri musei nel 2021 sono stati 3,8 milioni contro i 9,8 milioni del 2019 (-61,3%). Mentre per le biblioteche rispetto al 2019 lo scostamento è del -15,5 per cento e si attesta a 10 utenti attivi ogni 100 abitanti.

In Veneto al 2021 si contano 280 istituti museali, 2 ogni 100 chilometri quadrati, 1 ogni 17 mila abitanti (sono al 47,5% comunali e al 34,3% privati) e 704 biblioteche, 4 ogni 100 chilometri quadrati e una ogni 7mila abitanti (80,1% comunali).

Gli effetti dell’emergenza sanitaria hanno avuto un impatto importante sui lavoratori della cultura. Prima dell’arrivo del Covid-19 nei musei veneti lavoravano 3mila operatori, 724 volontari236 stagisti, 60 operatori del servizio civile nazionale. Nel 2021 il 27,9 per cento dei musei ha dichiarato di aver ridimensionato la presenza di personale esterno, il 25,7 per cento l’impegno gratuito dei volontari, il 7,1 per cento il personale interno; in più il 24,6 per cento ha dichiarato di aver ridotto l’orario di lavoro. Una situazione simile ha coinvolto le biblioteche con riduzione di collaborazioni esterne (12,2% dei casi), di volontari (25,3% degli intervistati), ridimensionamento del personale interno (4,5% dei rispondenti), e dell’orario di lavoro (9,7% dei soggetti).

Dopo il lockdown del 2020, ci sono state le riaperture del 2021 ma sono persistite limitazioni all’accesso per alcuni ambienti chiusi tanto che i musei rimasti aperti per più di sei mesi sono stati il 34,6 per cento mentre per le biblioteche il 57 per cento.

Le istituzioni culturali, come indicano i dati, hanno saputo però reagire alle chiusure obbligate, puntando sul web. In Veneto nel 2021 il 18,6 per cento dei musei dichiara di aver organizzato tour virtuali, il 15 per cento ha offerto visite guidate online, il 16,1 per cento laboratori didattici online per giovani e studenti, il 21,4 per cento convegni online. La digitalizzazione dei beni esposti al pubblico ha coinvolto il 46,4 per cento dei musei.

Anche le biblioteche hanno puntato sul digitale: il 65,1 per cento possiede una piattaforma per erogare servizi online come prestito digitale, prenotazione di accessi, postazioni e documenti.