Il volontariato trevigiano torna a confrontarsi sul nuovo Piano Socio Sanitario della Regione Veneto, approvato lo scorso 19 Dicembre in consiglio regionale. Giovedì 28 febbraio, dalle ore 15.00 presso il Campus Treviso dell’Università Ca’ Foscari , lezione specifica per approfondire i contenuti del PSSR, grazie all’intervento e contributo di Ubaldo Scardellato, già Direttore dei Servizi Sociali nell’ex Usl 9.

 Il  Volontariato trevigiano ha sempre espresso una posizione di costruttiva critica su alcuni elementi del Piano, rivolgendosi direttamente alla V Commissione regionale. Quella del 28 febbraio sarà un’occasione per sollecitare nuovamente l’attenzione su alcuni aspetti che il volontariato reputa essenziali:

 – si segnala in particolare la mancanza di un Direttore del Sociale nei Distretti, indispensabile per monitorare i bisogni e distribuire con efficacia i servizi;

– si sottolinea come la Conferenza dei Servizi debba avere un ruolo più centrale nel affrontare questioni prioritarie, non ultimi i Piani di Zona per i quali si stanno attendendo le linee programmatiche;

– si sollecita la costituzione degli Ospedali di Comunità dei quali si parla molto ma che non hanno visto piena realizzazione;

– si rileva l’urgenza di una digitalizzazione del sistema informativo del paziente (che consente la gestione più efficace di un “paziente”  e della sua storia clinica);

– si riporta l’attenzione sulle liste d’attesa e sulla gestione delle attività mediche intramoenia, sostenendo come forse si dovrebbero separare le carriere dei medici nel pubblico e nelle attività private;

– la difficoltà di rendere maggiormente efficienti le strutture dato il grave calo di medici;

– si richiama ad altre problematicità segnalate quali l’affollamento nei Pronto Soccorso e la “qualità dei servizi alberghieri affidati alle cooperative” con una scarsa pulizia soprattutto in certi reparti ospedalieri;

– si rileva la necessità di circostanziare maggiormente gli ambiti di attività di Azienda Zero, il cui intervento nella determinazione di alcuni appalti locali rallenta e non assicura la qualità del servizio;

Questi sono alcuni punti emersi dopo mesi di approfondimento e di discussione, con esperti e associazioni che si occupano di servizi sanitari – spiega Alberto Franceschini – Ricordo anche la scelta proposta dalla riforma sanitaria che mira ad Ospedali ad alta specializzazione e ad altri per patologie meno importanti , che può essere buona se saranno curati maggiormente gli aspetti logistici come i trasporti degli utenti. Un problema che abbiamo sollevato più volte  riguarda anche le persone non autosufficienti per le quali si ritiene debba essere aumentato il numero delle impegnative, per gli accessi alle case di riposo. L’ente pubblico deve, a nostro parere, allargare il numero di soggetti che possono usufruire del supporto regionale, considerato l’aumento della popolazione anziana. Su questo punto sollecitiamo i  Sindaci a prendere posizione perché gli eventuali costi di soggetti o famiglie senza reddito,  ricadrebbero proprio sugli Enti Locali. Un ultimo punto che segnaliamo riguarda i migranti: con l’applicazione del decreto sicurezza, i migranti sprovvisti del riconoscimento dello stato di profugo  o del “permesso umanitario” perdono il diritto all’assistenza sanitaria, cosa a nostro parere molto grave perché può causare gravi pericoli per l’intera collettività.”