Il tetto crollato dell’ex Ghetto a causa del maltempo di domenica mattina. Un  colpo di grazia al recupero. L’architetto Mario Da Re, che dal 1999 si adoperava per il rilancio, accusa gli amministratori di disinteresse. Il ghetto ebraico di Vittorio Veneto ha una storia centenaria e gloriosa. Nella zona del ghetto nacque anche Lorenzo Da Ponte, giovane musicista di origine ebraica adottato dall’allora vescovo di Vittorio Veneto e nobile veneziano che lo fece diventare cattolico, prendendolo in seno alla sua famiglia. E successivamente, girando il mondo, conobbe Mozart, diventando il suo librettista. Il tetto dell’ex Ghetto ebraico di via Manin è crollato a seguito del violento nubifragio di domenica mattina. Da quasi vent’anni c’è chi a Vittorio Veneto si impegna nella salvaguardia e riconversione ad uso pubblico dell’immobile dell’ex ghetto. Una importante testimonianza architettonica di grandi dimensioni e una irripetibile testimonianza storica, rappresentando la sola ormai presenza fisica (a parte il cimitero) di una importante comunità ebraica presente in città di secoli». Sin dal 1646 è infatti attestata in città la presenza di un piccolo luogo di culto, e dal 1710 l’apertura di una vera e propria sinagoga allestita nell’ edificio tuttora esistente all’angolo fra le vie Da Ponte e Manin. Funzionò sino al 1910 e negli anni cinquanta fu smantellato. Nel 1964 suoi arredi sono stati trasferiti al Museo Israel di Gerusalemme e alcuni oggetti al Museo israelitico di Venezia. Tra i cittadini illustri appartenenti a quella comunità vanno ricordati Lorenzo Da Ponte letterato e librettista di Mozart, Beniamino Labbi, mercante e benefattore, Jacopo Stella, insegnante e pittore, Isacco Luzzatti, imprenditore, e Alberto Gentili, docente universitario e compositore.