Come vi abbiamo anticipato nel TG+ di oggi, dopo essere stato torchiato per 8 ore in interrogatorio al commissariato di Polizia di Conegliano, lo studente diciannovenne moldavo Mihail Savciuc è crollato fra le lacrime, confessando davanti alla sorella l’omicidio dell’ex compagna Irina Bacal, di un anno più grande di lui e sua concittadina.
La tragedia è ormai storia nota: lei si era rifiutata di abortire, voleva tenere il figlio che lui non intendeva riconoscere, spaventato dalla prospettiva di una paternità precoce. Tra discussioni sempre più accese e inutili tentativi convincersi l’un l’altra a sposare la propria idea, la coppia ormai scoppiata è giunta ad una litigata fatale: quando Irina si trovava al sesto mese di gravidanza, Mihail l’ha violentemente colpita alla nuca con una pietra, cagionandone lo svenimento prima di concludere l’assassinio soffocandola.

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Le indagini di questi giorni hanno immediatamente mirato sull’unico sospettato, il giovane moldavo che, per non voler dare alla luce una nuova vita, ha finito col distruggere quella dell’ex fidanzata e col rovinare per sempre la propria.

“L’ho colpita con un sasso, più volte, poi l’ho soffocata” ha confessato agli inquirenti Savciuc. Il ragazzo, studente all’Ipsia Pittoni, aveva sotterrato il cadavere di Irina dopo aver compiuto l’efferato delitto, continuando nei giorni successivi a condurre la propria vita come se niente fosse. Fortunatamente, è trascorso poco tempo dopo l’omicidio prima che Mihail cadesse in errore: necessitando denaro fresco per coltivare la propria passione, quella del videopoker, il moldavo si è recato a vendere in un “Compro Oro” locale i gioielli strappati di dosso alla povera ragazza. Il titolare, che aveva seguito attentamente la vicenda sui media, ha riconosciuto gli accessori e denunciato prontamente l’assassino di Irina.

Poi l’interrogatorio, il coinvolgimento della sorella di Mihail, il crollo emozionale e l’attesa confessione di omicidio.