L’Ulss 2, attraverso l’Unità operativa semplice di Chirurgia funzionale dell’orecchio, diretta dal dr Daniele Frezza, con il dr Giacomo Spinato dell’Otorinolaringoiatria e l’Unità operativa complessa di Foniatria e Audiologia di Treviso, diretta dal prof. Cosimo de Filippis, ha promosso vari studi sul Covid-19 ottenendo importanti risultati fin dall’inizio della pandemia. 

“L’ultimo studio che abbiamo condotto riguarda l’utilizzo dei lavaggi nasali con soluzione salina con xilitolo e pantenolo per ridurre il tempo di positività al SARS-CoV-2 – spiega il dr Frezza -. I lavaggi sono stati impiegati nei pazienti di recente positività al tampone per tre volte al giorno ed è stata valutata la risposta al test rapido quotidiano a domicilio. È stato dimostrato statisticamente significativo l’utilizzo del lavaggio nasale, che riduce in media di due giorni il periodo di positività. Sono stati valutati oltre cento pazienti, direttamente al Covid Point di Treviso ex Dogana, seguiti con interviste sui sintomi e tamponi effettuati quotidianamente. Allo studio hanno collaborato per la parte di analisi statistica i dottori Cegolon e Mastrangelo”. 

Il team ha inoltre partecipato a studi multicentrici nazionali e internazionali collaborando con il prof. Paolo Boscolo Rizzo della Clinica ORL dell’Università di Trieste, con altri neuroscienziati di fama internazionale e mantenendo un rapporto costante con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS). 

“Le Linee Guida Nazionali dell’ISS denominate “Raccomandazioni ad interim per il corretto prelievo, conservazione e analisi sul tampone rino/orofaringeo per la diagnosi da COVID-19”, (versione 29 maggio 2020) sono state redatte con la collaborazione del nostro gruppo di studio – sottolinea Frezza -. In particolare per ciò che riguarda il ruolo della corretta esecuzione del tampone nasale per la ricerca del virus SarsCov2 che è stata presentata a livello nazionale nei meeting istituzionali dell’ISS, rendendo Treviso il riferimento nazionale per le corrette procedure sulla diagnostica dei test per il Covid-19. È stata inoltre effettuata la formazione del personale sanitario a livello nazionale con la sponsorizzazione dell’ISS oltre che una campagna formativa del personale dell’Ulss 2, ed è stato condiviso un video divulgativo pubblicato in letteratura”. 

“Abbiamo inoltre proposto un’innovazione al tampone nasale, valutando dal punto di vista sperimentale, mediante uno studio pilota, un particolare device denominato “Lavonase Lab” – continua il responsabile -. Il dispositivo garantisce un ottimale prelievo del virus e non è fastidioso. Rispetto al test tradizionale, infatti, è ottimamente tollerato da adulti e bambini grazie all’utilizzo delle gocce di acqua fisiologica, evitando in tal modo l’inserimento del tampone all’interno del naso”.

Impegnatosi sin dall’inizio della pandemia nell’individuare i sintomi di allarme del Covid-19, il gruppo di studio dell’Ulss 2 ha presto identificato la perdita di olfatto e gusto come segni rilevatori della malattia: “Abbiamo validato un questionario somministrato ai primi pazienti già a inizio 2020, riscontrando da subito che i sintomi otorinolaringoiatrici si presentavano insieme a quelli simil-influenzali (presenti nel 70% dei pazienti) in percentuale superiore rispetto ai problemi respiratori e riscontrando che i disturbi olfattivi e gustativi erano presenti nel 64% dei pazienti – spiega il dr Frezza -. Il campione è stato successivamente seguito a Treviso e a Trieste, ottenendo risultati attualmente in via di pubblicazione. 

Per i pazienti che presentano deficit gusto-olfattivi sul Long Covid è stato avviato un ambulatorio olfattivo traversale tra la Chirurgia Funzionale dell’Orecchio, l’Otorinolaringoiatria e l’Audiologia e Foniatria, divenuto centro di riferimento nazionale per l‘ISS. I pazienti postivi o in stato di Long Covid possono accedervi con un’impegnativa per olfattometria ed essere seguiti in maniera scrupolosa, multidisciplinare ed efficace. Ogni persona viene valutata con test anamnestici, clinici e strumentali i cui risultati vengono condivisi con la comunità scientifica internazionale”.