Sanità, IPAB, Funzioni Locali, Funzioni Centrali, Scuola: rinnovo delle RSU di tutto il Pubblico Impiego. Si andrà al voto il 5-6-7 aprile

881 in totale i candidati della Cisl Scuola e Funzione Pubblica: 331 a Belluno e 550 a Treviso 


Elevare i salari, innalzare la sicurezza, sbloccare la formazione, sradicare la precarietà, rilanciare la contrattazione, investire in innovazione. Con questi obiettivi i candidati della Cisl FP e della Cisl Scuola si presentano alle elezioni per il rinnovo delle RSU nella Sanità, nelle IPAB, negli Enti Locali, nelle Funzioni Centrali, nella Scuola, nell’Università e nella ricerca, ossia tutti gli ambiti del lavoro pubblico nelle province di Treviso e Belluno.

20 mila i dipendenti pubblici dei comparti sanità, enti locali e funzioni centrali (poco meno di 15 mila nella Marca, 5.00 nel Bellunese) e 16 mila (12.700 a Treviso, 3.300 a Belluno) i lavoratori della scuola. Tutti saranno chiamati ad eleggere i propri rappresentanti sindacali nei giorni 5, 6, 7 aprile nelle due province. 881 in totale i candidati della Cisl Scuola e Funzione Pubblica: 331 a Belluno e 550 a Treviso.

PUBBLICO IMPIEGO – 220 i candidati per la provincia di Belluno e 400 per la provincia di Treviso. Nel dettaglio, sono ben 148 i candidati nelle due aziende sanitarie delle province di Treviso e Belluno: 92 nell’Ulss 2 Marca Trevigiana e 56 nell’Ulss 1 Dolomiti; 75 i candidati nelle IPAB, di cui 4 nel Bellunese e 71 nella Marca, 331 i candidati negli enti locali (Comuni, Unioni, Camera di Commercio, Ente Parco e Province), di cui 134 in provincia di Belluno e 197 nella Marca. 66, infine, i candidati nel comparto delle funzioni centrali (Inps, Inail, ITL, Motorizzazione, Agenzia fiscali e Ministeri), di cui 26 nel Bellunese e 40 nella Marca.  

È un momento di grande partecipazione democratica – commenta Mario De Boni, segretario generale della Cisl Fp Belluno Treviso -, una fase molto importante nella quale i lavoratori avranno la possibilità di scegliere chi li dovrà rappresentare per i prossimi tre anni nei luoghi di lavoro, andando a costituire quegli organi democratici che sono le RSU, le quali avranno un ruolo fondamentale nella contrattazione decentrata, ancor di più in questo momento di rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego”. Diversi i problemi che riguardano trasversalmente tutti i settori del Pubblico Impiego, dalla carenza di personale alla stagnazione della contrattazione a livello decentrato; dal mancato riconoscimento della detassazione della produttività e degli straordinari alla mancata piena attuazione del welfare contrattuale, fino al ritardo con cui viene erogato il Tfr/TFS dei dipendenti pubblici che arriva a toccare i 27 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro. Pesa, sia nella Sanità che nel comparto funzioni locali, il mancato rinnovo del contratto scaduto alla fine del 2018, così come la mancata riforma dell’ordinamento professionale e dei sistemi di classificazione (fermi dal 1999), “con una forte penalizzazione in termini economici e di riconoscimento della professionalità dei lavoratori che hanno garantito i servizi essenziali in un momento di bisogno di sicurezza sociale, economica e sanitaria”, sottolinea De Boni.

SCUOLA – La Cisl Scuola si presenta con un numero di candidati e di liste accresciuto rispetto alle elezioni precedenti. In provincia di Treviso sono più di 150 candidati in rappresentanza di 12.700 fra docenti, personale educativo e ATA; nel Bellunese 111 candidati in rappresentanza di 3300 lavoratori.

Cruciale per tutto il comparto è il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto alla fine del 2018 – afferma la segretaria generale della Cisl Scuola Belluno Treviso Lorella Benvegnù -. Al momento c’è solo un atto di indirizzo, per giunta in forma di bozza. Le richieste della Cisl Scuola sono quelle di un adeguato incremento economico degli stipendi, fermi da tempo e significativamente inferiori a quelli del resto del pubblico impiego e a quelli dei colleghi europei, ma è indifferibile anche una rivisitazione della parte giuridica che ormai non rispecchia più la realtà del lavoro nella scuola. Veniamo da un ventennio di tagli alla scuola e al pubblico impiego; la pandemia ci ha fatto capire come invece i servizi pubblici siano indispensabili e come il personale che vi lavora sia un capitale da valorizzare, in primis attraverso un giusto rinnovo del contratto”. 

Per la Cisl Scuola è poi fondamentale ripensare le politiche di reclutamento e di formazione in ingresso, concorsi ordinari che possano selezionare i migliori giovani che si affacciano alla professione docente, ma anche dare risposte adeguate a chi nella scuola lavora da tempo e ha diritto di vedersi riconosciuta l’esperienza. “Quello del precariato – spiega Benvegnù – è una stortura della scuola italiana che va assolutamente risolta perchè mina la qualità della nostra scuola ed è profondamente ingiusto nei confronti di chi viene tenuto per anni in una situazione di precarietà e di discriminazione rispetto a chi fa lo stesso lavoro ma con assunzione a tempo indeterminato. Proprio su queste disparità abbiamo anche avviato alcuni ricorsi”.

La scuola italiana – conclude la segretaria generale – non sta attraversando un momento facile e la stanchezza del personale è tangibile; ciononostante docenti, educatori e personale Ata del nostro territorio stanno continuando a lavorare con passione e impegno. È anche per questo che invito tutti a partecipare numerosi al voto delle RSU, perché è importante avere delle rappresentanze interne che siano di riferimento in questa fase complicata”.