Prende il via oggi il progetto “Lanaterapia in Oncologia – La cura oltre le cure”, dedicato alle pazienti in carico al Day Hospital e reparto di Oncologia di Treviso, promosso da ACTO Triveneto, associazione pazienti della rete Alleanza contro il tumore ovarico, in collaborazione con l’associazione Gomitolorosa.

L’iniziativa, attivata nelle stanze per la Chemioterapia dell’ospedale Ca’ Foncello, è stata presentata stamattina a Villa Carisi, alla presenza della presidente di ACTO Triveneto, Petra De Zanet, della dr.ssa Grazia Artioli, responsabile dell’Unità operativa semplice di Oncologia ginecologica, del primario dell’Oncologia di Treviso, Adolfo Favaretto, del primario dell’Ostetricia e Ginecologia di Treviso, Enrico Busato, della presidente della V Commissione della Regione del Veneto, Sonia Brescacin e del direttore generale Ulss 2, Francesco Benazzi. Presenti anche la presidente dell’associazione Polaris, Emanuela Beni, e l’assessore alle Politiche sociali e rapporto con enti del terzo settore e associazioni del Comune di Silea, Francesco Biasin, coinvolti nel progetto attraverso il laboratorio “Oltre le cure”, che permetterà alle pazienti che lo desiderano di proseguire l’attività di lanaterapia all’esterno delle mura dell’ospedale.  

Il progetto coinvolgerà le pazienti oncologiche in attività di lavoro a maglia con l’obiettivo di “liberare la mente”, stimolare la creatività e la manualità, spesso compromessa dagli effetti collaterali del percorso terapeutico, dando loro sollievo all’interno dell’ambiente ospedaliero e, possibilmente, anche all’esterno, al fine di contenere il ritiro sociale spesso indotto dalla malattia. 

Tutte le donne in cura riceveranno un kit personale composto da gomitolo di lana, uncinetto, schema da seguire e, anche, un video tutorial raggiungibile tramite QR Code per supportare coloro che si approcciano al lavoro a maglia per la prima volta. A supporto delle pazienti ci saranno volontarie ACTO e il personale infermieristico e oss dell’Oncologia con abilità nei lavori a maglia. I gomitoli in dotazione, fatti di lana italiana in esubero recuperata, sono di quattordici differenti colori associati a diverse patologie e verranno utilizzati per realizzare manufatti a scopo benefico. 

“L’attività promossa dalla nostra associazione – ha spiegato la presidente Petra De Zanet -, consiste nella “cura dell’anima”, del pensiero e del sollievo fisico. I pazienti oncologici non devono sentirsi soli, chiudersi nel tunnel della disperazione, ma possono convivere con la malattia, anche con l’aiuto di altre donne pazienti, alleate a medici, pronte ad accogliere e aiutare ad affrontare gli aspetti più bui de percorso, infondendo speranza e fiducia nella ricerca scientifica. Ringrazio il direttore generale Francesco Benazzi e i suoi collaboratori per aver accolto con disponibilità il progetto della lanaterapia per i pazienti oncologici: i colori della lana e l’impegno manuale saranno di grande aiuto per le pazienti, alleviando il peso delle lunghe ore trascorse in chemioterapia”.

“ACTO Triveneto nasce al Ca’ Foncello grazie alla volontà di Petra De Zanet e di altre sostenitrici con l’unica volontà di aiutare e sostenere le donne che, come loro, devono affrontare il duro percorso della malattia oncologica – ha commentato la dr.ssa Grazia Artioli -. Il lavoro di squadra tra medici e pazienti è indispensabile per capire e cercare di risolvere i bisogni delle pazienti”. 

“La nostra attività chirurgica ginecologica, che, essendo il Ca’ Foncello uno dei centri di riferimento regionali per i tumori dell’ovaio, negli ultimi due anni ha visto un costante incremento, ha permesso una maggiore e più stretta collaborazione con ACTO Triveneto che ci supporta con continue iniziative che coinvolgono i pazienti, come questa della lanaterapia”, il commento del primario di Ostetricia e Ginecologia, Enrico Busato.  

Il lavoro a maglia favorisce il benessere delle persone e chi già lo pratica ne è consapevole – ha spiegato il primario di Oncologia, Adolfo Favaretto -. Siamo lieti di introdurre questa attività dedicata alle nostre pazienti: si tratta di un hobby tradizionale, ma anche terapeutico che le aiuterà a ritrovare la calma in un momento di difficoltà, carico di ansia e preoccupazioni, portando a un rilassamento psico-fisico e stimolando, anche, creatività e pazienza”. 

“Grazie a Petra De Zanet e all’Ulss 2 per l’impegno messo per avviare questo bel progetto. L’alleanza che è stata messo in atto è importantissima e dimostra ancora una volta l’attenzione posta nel venire incontro alle esigenze dei pazienti. Le esperienze di azioni di multidisciplinarietà e umanizzazione dei servizi, in linea con gli obiettivi regionali, sono estremamente importanti”, il commento della consigliera regionale Sonia Brescacin. 

“Continua il percorso di umanizzazione delle cure, avviato già da diverso tempo all’interno dei Servizi dell’Ulss 2. Alle molteplici attività promosse si unisce anche questa bella iniziativa che contribuisce a migliorare l’umore delle pazienti durante il difficile percorso della malattia oncologica, favorendo la socialità nell’ottica dell’auto mutuo aiuto. Ringrazio Petra De Zanet, i primari Favaretto e Busato, la dr.ssa Artioli e tutto il loro staff per aver portato questo progetto nell’Ulss 2”, ha concluso il direttore generale, Francesco Benazzi.