Somec_HeadQuarter

Azienda in salute, numerose commesse lavorative, oltre trecento progetti all’attivo. Ma non ci sono soldi per ridurre o eliminare il costo sostenuto dai dipendenti per la mensa. Questo il paradosso della SOMEC denunciato dalla Fiom Cgil che ha indetto per domani uno sciopero di un’ora nel pomeriggio.

Il prolungato confronto tra sigla sindacale e dirigenza non ha prodotto i risultati sperati. Dopo aver respinto la bozza di accordo integrativo ratificata dall’assemblea dei lavoratori nel 2017, il management ha rifiutato di discutere anche altri punti programmatici, dal premio di risultato alla riduzione del ticket pasto per le maestranze. La netta chiusura al dialogo è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: di fronte al rifiuto di mantenere un confronto aperto il sindacato ha mobilitato i lavoratori che domani pomeriggio incroceranno le braccia per un’ora. Una situazione davvero particolare, visto che SOMEC in questo periodo non ha accusato flessioni nei ritmi produttivi – l’azienda realizza involucri vetrati per navi da crociera, un settore ancora florido.

«Un primo rifiuto da parte della direzione aziendale è arrivato a inizio anno quando ha totalmente rigettato la parte normativa della piattaforma ratificata dall’assemblea dei lavoratori – ricostruisce il delegato Paolo Chinellato – Direzione che, nonostante si fosse detta disposta a discutere invece della parte economica, per mesi non ha risposto a nessuna delle nostre sollecitazioni. Un dialogo inesistente che ha poi visto le Rsu apprendere solo dalla stampa le milionarie acquisizioni di commesse e del consolidamento del gruppo a livello internazionale. Anche alla luce del trend di crescita, a ottobre abbiamo avanzato la proposta di erogazione di una somma una tantum per fine anno a incentivo dei dipendenti e quale segnale per avviare una serena discussione sul premio di risultato per l’anno 2019, negato ancora una volta. Come negato è stato un ultimo tentativo di apertura condotto dalle Rsu nel mese di novembre con la richiesta all’azienda di farsi carico quantomeno del costo della mensa o come minimo di una parte, anche un solo euro. La misura ormai è colma – attacca Chinellato – Finito il tempo delle richieste e dei tentativi di confronto ci vediamo costretti alla mobilitazione dei lavoratori».