L’anoressia è un disturbo psichico che colpisce soprattutto le adolescenti e che comporta un’immagine distorta del proprio corpo. Chi è affetto da questa patologia si vede eccessivamente grasso e tende a rifiutare il cibo, fino a compromettere il normale processo di nutrizione.

A seconda della gravità della situazione, questo disturbo può essere curato a livello ambulatoriale o- nei casi più seri- può richiedere anche un intervento ospedaliero. Non a caso, infatti, le terapie sono diverse e vengono effettuate quasi sempre da una équipe multidisciplinare composta da medici, psicologi-psicoterapeuti, dietisti e personale infermieristico.

Anoressia: l’iter terapeutico

In una prima fase si punta a normalizzare il peso del soggetto anoressico, portandolo contestualmente ad abbandonare eventuali comportamenti di controllo ossessivo ad esso associati.

Successivamente le terapie sono volte a migliorare l’immagine corporea che la persona ha di se stessa, così come la propria valutazione e i rapporti interpersonali. Infine, il percorso di guarigione termina con un iter specifico finalizzato a prevenire anche possibili ricadute future.

Le possibile cure

Le terapie sono molto soggettive e variano a seconda della casistica specifica, tuttavia in linea di massima le cure associano un’eventuale cura farmacologica alla psicoterapia riabilitativa. Gli esperti, infatti, sottolineano che difficilmente si possono avere risultati soddisfacenti partendo dal cibo: è necessario, infatti, lavorare sulla percezione che la persona anoressica ha della propria immagine.

Ad una terapia specialistica, professionale e mirata in alcuni casi si possono associare anche rimedi naturali finalizzati ad alleviare alcuni sintomi particolarmente invalidanti.

L’Artemisia Vulgaris, ad esempio, è un rimedio fitoterapico che agisce positivamente in caso di amenorrea da carenza estrogenica. L’Avena sativa promuove la secrezione di estrogeni e la Melissa, infine, agisce sul tono dell’umore e gli stati depressivi legati alla percezione del sé.