Il 6 maggio, al Museo Santa Caterina di Treviso, aprirà al pubblico la mostra “Le nuove Afroditi” di Andrea Meneghetti, un progetto itinerante pensato per le raccolte archeologiche in Italia. 

L’esposizione – in programma fino al 6 giugno – è caratterizzata dal dialogo tra i reperti antichi e le sculture contemporanee, a partire dall’appellativo attribuito dall’artista alle sue creazioni. “Afrodite” è infatti un nome che rimanda a radici comuni se non religiose ma sicuramente iconografiche. 

È un percorso di ricerca, quello di Meneghetti, che mette in dialogo le collezioni storiche delle diverse Città italiane con una rielaborazione personale di temi sia contenutistici che estetico – formali: non ne sono esclusi quindi il tema del bello e del sacro, così come la rappresentazione della figura umana, femminile in primo luogo.

L’artista presenta opere da forti tratti grafici. Dopo aver abbandonato la tela come supporto, arriva a conquistare la terza dimensione facendo uso, in questa occasione, di supporti metallici tagliati al laser per dare vita ad un sapiente gioco di vuoti e di pieni in cui la luce fa da comprimaria: è grazie alle ombre che le lamiere proiettano sulle superfici retrostanti che le sculture conquistano infatti la terza dimensione.

In un aperto confronto con diversi artisti e le loro creazioni attraverso il tempo, la sua sperimentazione si è allargata poi ad altri materiali (come la ceramica) che il pubblico potrà apprezzare in occasione della mostra al Museo delle Mura Aureliane a Roma nella prossima primavera.

È in questo continuo rimando tra passato e presente, tra forme antiche e contenuti contemporanei che si concretizza il messaggio di Andrea Meneghetti. 

«La mostra “Le nuove Afroditi” non solo rappresenta un appuntamento di altissimo valore artistico ma è anche un modo per valorizzare la sezione archeologica del Museo», sottolinea l’assessore ai Beni Culturali e Turismo, Lavinia Colonna Preti. «Il pubblico ha dimostrato di apprezzare il dialogo fra l’antico e il contemporaneo e su questo “format” intendiamo proseguire per offrire ai visitatori un’esperienza coinvolgente e in grado di dare nuovi spunti sotto il profilo culturale». 

L’artista

Andrea Meneghetti è nato nel 1977 a Bassano del Grappa (VI), nel 1998 la prima mostra. Vive e lavora a Romano d’Ezzelino (VI). È un percorso coerente quello compiuto da Meneghetti in vent’anni di ricerca. Dalla formazione a Venezia fino alle creazioni più recenti, il segno è il filo conduttore nelle sue opere anche quando le sue sagome di lamiera tagliate al laser occupano lo spazio di gallerie e musei. Dalla pittura alla scultura ma con il segno come tratto distintivo in opere per le quali sono state richiamate assonanze con Kentridge o Rashid Johnson. Una tavolozza ristretta, quasi assente, in bianco e nero. Una scultura minimale che ha della luce un comprimario: è questa che, proiettando le ombre sulle pareti retrostanti, dà profondità alle lamiere sagomate. Quale che sia il materiale e il tema affrontato, quella di Meneghetti è una ricerca artistica sempre pronta ad affrontare nuove sfide assolvendo al compito più vero dell’artista, leggere il mondo che ci circonda. Attualmente collabora con gallerie in Italia e all’estero.