Profughi e spacciatori. Il binomio è sempre più presente nella città di Treviso. Aumenta il numero dei richiedenti asilo arrivati a Treviso e scaricati alla Caserma Serena e aumenta fra questi il numero di spacciatori e trafficanti di droga. Oltre a ricevere il “sussidio giornaliero” dallo Stato arrotondano trafficando in  sostanze stupefacenti. Da condannare anche i trevigiani e chi si serve da loro per consumare droga. Nei giorni scorsi altri due profughi sono stati pizzicati a spacciare sostanze stupefacenti nella zona tra via Roma e Porta Altinia. E scende in campo anche l’amministrazione Manildo che difficilmente riesce ormai a gestire l’emergenza, dopo aver fatto dell’accoglienza la propria bandiera. Ca’ Sugana chiede alla Prefettura di chiamare a rapporto i gestori della Serena Grigoletto: «Chi si occupa dell’accoglienza deve farlo a 360 gradi, non solo dentro la caserma». I due pusher anche questa volta sono due profughi; uno tuttora ospitato alla caserma, l’altro stazionava alla Serena sino a poche settimane fa. .Il vicesindaco Roberto Grigoletto ora chiede che la Prefettura intervenga per “responsabilizzare” la cooperativa che gestisce il centro di accoglienza nella caserma, sia di giorno che di notte. I due profughi lunedì durante un controllo della polizia locale nei giardinetti di Porta Altinia sono stati trovati in possesso di modeste quantità di hashish e di alcuni ovuli. «La Prefettura intervenga, e lo facciano anche la cooperativa», è l’appello di Grigoletto. «Chi gestisce l’accoglienza deve farlo a 360 gradi, non solo quando i profughi dormono all’interno della caserma. Serve un’azione di educazione e di controllo, per evitare che una volta fuori dalla Serena si diano alla delinquenza». La prefettura ha già annunciato una stretta nei controlli, coinvolgendo più pattuglie, agenti in divisa e in borghese, e soprattutto blitz a sorpresa. Un servizio, questo, nato soprattutto per contrastare non tanto i reati, quanto alcuni comportamenti degradanti che si verificano soprattutto in via Fiumicelli e a Sant’Andrea. Ma i controlli straordinari sono destinati a coprire tutte le zone “calde” della città, Porta Altina compresa. Oltre al problema dello spaccio di droga c’è anche quello dei profughi, la gran parte di religione islamica, che si ubriacano, diventando molesti nei confronti delle persone che transitano in quelle zone della città. Già a marzo Ca’ Sugana aveva chiesto e ottenuto un servizio di controllo da parte della Nova Marghera. Alcuni educatori della coop hanno iniziato alcuni controlli al cimitero di San Lazzaro; il campo santo veniva infatti utilizzato da alcuni profughi come scorciatoia per arrivare in centro città, e fino a qui nulla di male; ma altri lo utilizzavano come un parco qualsiasi, distendendosi sull’erba, mettendosi a chiacchierare a pochi metri dalle tombe. Episodi che erano diventati sempre più frequenti, e che venivano vissuti come una mancanza di rispetto. L’intervento degli educatori ha arginato il problema, ma ora è necessario controllare lo spaccio di droga, problema ben più grave. Lo spaccio attira chi da un giorno all’altro si trova ad avere ottenuto lo status di profugo, o al contrario a vederselo negare; in entrambi i casi viene messo fuori dal sistema dell’accoglienza, senza un posto dove dormire, senza soldi, e senza un lavoro. Spacciare e rubare per alcuni diventano opzioni per sopravvivere.