Il protagonista di questa vicenda è un carabiniere di 55 anni in concedo, bloccato per aver provocato un incidente in stato di ubriachezza.

Dopo essersi opposto ad un decreto di condanna penale pari a 46 mila euro, viene assolto perché il prelievo del sangue effettuato ad un’ora dal fatto non sono validi come prova del superamento dell’indice imposto dalla legge.

L’incidente, risalente a giugno 2013 ha avuto la seguente dinamica: un carabiniere, a bordo della sua Mercedes, imbocca una rotatoria lungo la strada provinciale sotto il comune di Trevignano, dopo pochi secondi perde il controllo dell’automobile abbattendo un palo della luce, un cartello autostradale ed una recinzione di una casa privata finendo poi dentro un fossato.

Gli esami effettuati circa un’ora dopo il fatto riportavano un tasso di ben tre volte sopra il limite consentito dalla legge.

Il carabiniere sarebbe così stato punito da un decreto penale di condanna pari a 46 mila euro a suo carico, ma l’appello al Tribunale ha poi dato esiti differenti: il giudice Michele Vitale del Tribunale di Treviso ha dichiarato che l’imputato difeso in aula dall’avvocato Fabio Capraro, è assolto per non aver commesso il fatto.

Secondo l’analisi del Tribunale, lo stato di ubriachezza sarebbe stato effettivamente più tardivo del previsto e quindi l’uomo al momento dell’incidente non versava ancora in stato di ebbrezza.

Dopo una cena abbondante, infatti, la “cinetica dell’assorbimento dell’alcol” e quindi l’ubriacatura può essere ritardata; lo stomaco non essendo vuoto impedisce agli alcolici di entrare nell’intestino ed il picco di percentuale di alcol presente nel sangue si verifica più in ritardo.

Questa motivazione difatti ha annullato la veridicità delle analisi del sangue effettuate un’ora dopo, e la sentenza del tribunale ha completamente scagionato il carabiniere.

Matteo Venturini

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