Una ricostruzione fotografica di una baby gang in azione. ANSA/ MAURIZIO VIALE

 Anche le categorie economiche non possono rimanere inerti di fronte al degrado di gruppi giovanili sempre più violenti e incivili. Con questa consapevolezza, dopo gli ennesimi gravi episodi registrati nel capoluogo lo scorso fine settimana, il direttore di Casartigiani Treviso, Salvatori D’Aliberti, ha scritto una lettera al sindaco Mario Conte nella quale chiede un impegno concreto e un’assunzione di responsabilità da parte della politica e degli amministratori.

Risse in pieno centro, bivacchi e sporcizia, sono un problema che emerge con forza nel contesto del centro storico trevigiano ma che riguarda un disagio giovanile generalizzato anche in molti altri comuni e in altre città italiane. Nella sua lettera D’Aliberti si rivolge al primo cittadino anche per il suo ruolo di presidente di Anci Veneto.

«Purtroppo», è l’incipit della lettera inviata martedì 8 febbraio, all’indomani di alcuni fatti di cronaca, «giornalmente assistiamo momenti di intolleranza e “maleducazione sociale” da parte di questo nuovo fenomeno che anche nella nostra città sta prendendo piede. Le così dette baby gang che imperversano a Treviso, così come in molte altre città della nostra Regione, oltre a recare un danno di immagine provocano anche un danno economico alle attività economiche presenti in città, e ancor più scoraggiano molti cittadini a frequentare i centri urbani». Timori e insofferenze, quelle riportate da D’Aliberti, che serpeggiano tra i tanti operatori che rappresentano la base sociale dell’associazione.

Cosa fare? Una proposta è quella di ricondurre questi comportamenti non solo alla dimensione repressiva delle violazioni amministrative e talvolta penali, ma anche all’ambito scolastico, facendole pesare sul percorso di studi. «Un ragazzo che oggi partecipa a manifestazioni dolose, comprovate le sue responsabilità, oltre che essere segnalato agli organi di polizia (oggi ci si limita a questo), dovrebbe essere segnalato alla propria scuola di appartenenza al fine di incidere nella valutazione complessiva con una possibile bocciatura nell’anno scolastico, riportando così anche l’importanza nella scuola, il valore fondamentale dell’insegnamento dell’educazione civile e sociale degli studenti», scrive il direttore di Casartigiani.

«Caro Sindaco» conclude «non so se questo sia possibile, ma la invito, dall’alto delle sue responsabilità, a rappresentare a Governo, Comuni e Scuole, una iniziativa per la soluzione di questo problema che sempre più si presenta nei Comuni».