In una città dove l’acqua è sempre alta anche quando non piove, lo scandalo delle “nomination” alle società partecipate dal Comune rischia di risucchiare verso il fondo la neo-giunta di centrodestra. A sei mesi dal suo insediamento alla carica di primo cittadino, Luigi Brugnaro è al centro di una polemica che si ingrossa ogni giorno di più. SEcondo le opposizioni, il sindaco sarebbe “reo” di aver piazzato nei posti chiave dell’amministrazione cittadina- le aziende municipalizzate- amici e collaboratori di fiducia. Niente di nuovo sotto il sole, si dirà: la prassi ha solide tradizioni nel nostro Paese. E Venezia non fa eccezione. Ma ciò che fa gridare allo scandalo Pd e Movimento 5 Stelle è che il patròn di Umana aveva sottoscritto, l’11 giugno scorso durante la campagna elettorale, su proposta dei pentastellati, una “dichiarazione di intenti” che così recitava: “Selezionare i consigli di amministrazione delle società partecipate e gli organismi dirigenti delle aziende speciali attraverso procedure trasparenti, simili ai concorsi pubblici, ovvero con valutazione dei curricula pubblicati on line e con audizioni pubbliche dei candidati, escludendo, per serietà, persone che hanno gravitato nell’ambito politico negli ultimi 20 anni”.

Un impegno formale che – stando ai suoi avversari politici – avrebbe disatteso. In unaCasinò interrogazione a risposta scritta il consigliere comunale dei 5 Stelle Davide Scano solleva dubbi sulla legittimità di alcuni incarichi negli organi delle società partecipate.  Tra queste, quella di Adriana Baso nominata consigliera di amministrazione in Cdv Gioco Spa (il Casinò).  La Baso, avvocato amministrativista, sarebbe, secondo Scano, l’esempio più lampante di come le scelte di Brugnaro siano state effettuate in palese violazione di quanto indicato nello Statuto Comunale, che all’art. 8 sancisce: ” in ogni caso gli amministratori sono scelti tra persone che hanno specifici e comprovati requisiti di esperienza professionale e competenza”.

Ma l’elenco dei nominati del Grande Fratello lagunare si snoda anche “per li rami familiari”. A guidare Ames, l’azienda che si occupa delle farmacie e della ristorazione scolastica, è GabrieleSenno, padre del consigliere comunale Matteo Senno, della lista Brugnaro. “Parliamo di una società che ha 377 dipendenti, 7,7 milioni di euro di passivo nonostante la gestione delle 16 farmacie comunali – prosegue Scano – e il signor Senno non ha alcuna specifica competenza o esperienza nel campo”.

Alla circostanziata denuncia dei 5 Stelle, si aggiunge quella del Pd per bocca della consigliera comunale Monica Sambo, che sforna una lunga lista di “clientes”. Amministratore unico di Venis Spa, società che si occupa di informatica e telecomunicazioni, è stato nominato Paolo Bettio, direttore di Attiva Spa, una delle venti aziende del gruppo Umana (di cui è anche azionista), che fa capo a Brugnaro, mentre nel collegio sindacale della società un posto è andato a Stefano Burighel, compagno della consigliera comunale di maggioranza Gloria Pea. La girandola di poltrone prosegue uffici-veritas-acqua-energiacon la nomina in Veritas, società che si occupa di rifiuti, della compagna di un altro consigliere comunale e delegato all’innovazione, Luca Battistella (Lista Brugnaro); Nicola Picco, collaboratore nello studio di architettura di Battistella, si è invece assicurato una presenza nel Cda di Avm Spa (mobilità). Qualche perplessità (di procedura perlomeno) desta poi la nomina a presidente del Vega di Roberto Ferrara. Il suddetto vanta nel suo curriculum un diploma di scuola magistrale e l’attività di agente di commercio di prodotti alimentari. La chiosa finale – impetuosa – è affidata ancora a Scano: “A fine 2014 l’indebitamento del Comune è pari a 331,2 milioni di euro; quello delle sole 13 società più rilevanti di 1,04 miliardi”.

Gianfranco Bonanno