Il settore della canapa alimenta da alcuni anni molto interesse in Veneto, ma non esiste ancora una vera e propria filiera che possa valorizzare tutta la pianta, ad uso di settori in grande sviluppo come la bioedilizia, il tessile e l’alimentare.

Canapa industriale: il convegno

Di questo si è parlato nel convegno “Canapa industriale, risorsa dimenticata per il nostro territorio”, organizzato da Confagricoltura Verona. Durante l’incontro si è presentato il potenziale della coltura per avviare una produzione controllata in Veneto, con esperti come l’agronomo Marco Errani e Stefano Zaccherotti, del Laboratorio analisi Ambra e Vittorio d’Alto  di Hempathy e rappresentante Csi (Canapa Sativa Italia).

“In Veneto il target di agricoltori per la coltivazione della canapa è rappresentato da zone che coltivano sementi quali mais, soia, grano, ma anche frutteti, ortofrutta, terreni dismessi o poco redditizi – spiega Francesca Aldegheri, presidente del settore frutticolo di Confagricoltura Verona, organizzatrice del convegno -. Vista la capacità di fitobonifica, tuttavia, può essere coltivata in tutti quei terreni abbandonati, oppure non sfruttati, che sempre di più coprono la nostra pianura. Il nostro territorio, complice il tasso di umidità, rappresenta la zona ideale in cui ottimizzarne la resa. Può essere, insomma, una valida strada per la diversificazione aziendale anche per la buona redditività che può risultare dall’utilizzo di tutte le parti della pianta, cioè canapulo, fibra, biomassa, semi e anche, in futuro, dal carbon farming”.

Passaggio tra produzione agricola e trasformazione industriale

Nel convegno si è approfondito il tema del passaggio tra produzione agricola e trasformazione industriale, che in Italia è sempre mancato.

“La canapa industriale, con le sue caratteristiche, permette di raggiungere tutti i settori – dice l’esperto Luca Montini -. I comparti attualmente maturi sono la bioedilizia e il tessile. Ad oggi il canapulo per i mattoni viene acquistato dalla Cina o dalla Francia. Il nostro obiettivo è di intercettare questo mercato, servendo i nostri player nazionali con prodotto made in Italy”.