Rincari sulle bollette (immagine d'archivio)
Rincari sulle bollette (immagine d'archivio)

Il caro bollette grava sulle tasche di tutti i cittadini e si fa sentire ancora di più tra quelli in difficoltà economica e gli anziani.

Nel 2022 il costo dell’energia potrebbe assorbire più di una mensilità dell’assegno previdenziale medio dei pensionati dell’artigianato e del commercio. Il rischio concreto è che gli anziani siano costretti a tagliare spese di prima necessità, come le cure mediche, a riscaldarsi di meno, a non usare gli elettrodomestici. A molti il caro-vita sta erodendo la possibilità risparmio, quel gruzzoletto che fa sentire tranquilli in caso di malattia. Tanti hanno già salutato, almeno per quest’anno, la possibilità di andare in vacanza.

Il conti sono presto fatti: le pensioni di queste categorie di ex lavoratori vanno dai 600 ai 1200 euro mensili, per una media di 900 euro al mese.

Il 55% degli iscritti a CNA Pensionati Treviso (che però non annovera solo pensionati dell’artigianato) ha un reddito da pensione compreso da 1 a 15 mila euro l’anno.

L’aumento di luce e gas per l’anno in corso – è la stima di CNA Pensionati – potrebbe essere di 944 euro: più della pensione media di un artigiano e commerciante, già aggredita dall’aumento dei beni alimentari.

Pertanto i correttivi del Governo per alleggerire le bollette si dimostreranno insufficienti.

Con tali drastici aumenti, infatti, si rischia inoltre di azzerare la protezione dal caro-energia per gli utenti più vulnerabili che possono usufruire del beneficio del bonus sociale per lo sconto delle bollette di luce e gas. Il bonus, gestito direttamente dall’Arera – l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente –, proprio a partire da quest’anno verrà riconosciuto in maniera automatica agli aventi diritto, tra cui i pensionati con redditi medio-bassi.

«Servono misure ad hoc per dare una mano agli over 65enni in difficoltà – afferma Lino Lunardelli, presidente di CNA Pensionati Treviso -. È necessaria la riforma rapida e drastica della struttura della bolletta, per garantire una distribuzione più equa degli oneri generali di sistema (che oggi incidono fino al 50%) e una spesa legata all’effettivo consumo. Occorre intervenire subito con interventi straordinari a tutela della nostra categoria altrimenti ancora una volta gli anziani più fragili diventeranno la fascia sociale su cui si scaricheranno le difficoltà del Paese».

Ma come stanno rispondendo i pensionati del settore artigiano al vertiginoso aumento dei prezzi?

Va detto che è molto difficile che i pensionati raccontino di non farcela per una sorta di pudore e non è automatico che l’Associazione intercetti situazioni al limite della sopravvivenza. I casi più estremi, infatti, si rivolgono direttamente ai Servizi sociali dei Comuni per ricevere le risposte assistenziali di cui hanno diritto.

Tuttavia, anche i pensionati che fino a ieri, pur non nuotando nell’oro, avevano pensioni che garantivano loro una vecchiaia dignitosa, oggi si trovano costretti a fare economie e a guardare al futuro con minor serenità. Le situazioni più delicate, sul fronte economico e sociale, sono quelle delle donne sole perché possono contare su pensioni inferiori a quelle degli uomini.

Alcune delle testimonianze raccolte offrono uno spaccato di un problema che rischia di diventare una bomba sociale, anche nella nostra provincia.

«Vivo con mia moglie Rosanna – racconta Lunardelli, ex artigiano del settore della moda – e in due, con le nostre pensioni, non abbiamo problemi ad arrivare alla fine del mese, tuttavia il caro-energia con l’aumento dei costi di luce e gas ci ha spinto a fare economie: abbiamo diminuito di un grado la temperatura in casa e stiamo con addosso un maglione in più. Quest’anno, inoltre, non andremo da nessuna parte».

«Ho una pensione molto bassa ma posso contare su un po’ di risparmio che mi toglie la preoccupazione di non farcela ad arrivare a fine mese – commenta Mariarosa Battan, del direttivo di CNA Pensionati Treviso -. Però devo stare molto attenta alle risorse che escono e, se prima mi concedevo di mangiare pesce tre volte alla settimana, ora mi accontento di due».  

«Per me riuscire ogni mese a mettere via qualcosa era importante per non dover dipendere dai figli in caso di malattia, e ora, con l’aumento dei prezzi, non ci riesco più – conferma Mirella Serafin, ex titolare di una lavanderia e stireria -. Sto attenta a tutto, a cominciare dal riscaldamento, e in casa ho cambiato le lampade con fonti luminose a led».

«Noi abbiamo in casa un ragazzo disabile grave perciò non possiamo abbassare il riscaldamento e dobbiamo fare due lavatrici al giorno – racconta Lino Dall’Armi, ex artigiano del settore metalmeccanico -. Spegniamo il riscaldamento quando lui va al CEOD la mattina e cerchiamo di usare l’asciugatrice il meno possibile. Del resto possiamo contare solo sulla mia pensione perché mia moglie non ha potuto lavorare per seguire nostro figlio».

Insomma, i nostri anziani non sono più tranquilli in una fase della vita in cui la salute o è già venuta meno e potrebbe farlo presto. Dopo due anni in cui sono stati i più fragili di fronte al Covid-19, ora è arrivato il caro-vita che incrementa ulteriormente l’incertezza nelle loro esistenze.