La clamidia è una malattia venerea causata ad un batterio (il Chlamydia trachomatis) che si trasmette attraverso i rapporti sessuali non protetti.
Nel mondo si contano ogni anno oltre 90 milioni di nuovi casi, mentre in Italia l’infezione colpisce circa il 10% delle persone sessualmente attive.
Clamidia: che cos’è
La clamidia è una malattia sessualmente trasmissibile (MST) asintomatica che colpisce sia le donne che gli uomini. Nei soggetti femminili può provocare danni permanenti all’apparato riproduttivo e alla fertilità, mentre in quelli maschili le conseguenze sono più lievi.
Le donne possono essere contagiate attraverso la cervice, il retto e la gola, mentre negli uomini l’infezione passa attraverso l’uretra, la gola e il retto. L’infezione da clamidia si può debellare attraverso una terapia antibiotica, ma non ne garantisce l’immunità.
I sintomi
Tale infezione “silenziosa” nella maggior parte dei casi non comporta sintomi particolari: solo il 10% dei soggetti che hanno contratto l’infezione, infatti, sviluppa una particolare sintomatologia.
Tra gli eventuali “campanelli d’allarme” femminili figurano:
- perdite vaginali di colore bianco o giallastro,
- sensazione di prurito intimo,
- dolori nel basso ventre o alla schiena,
- febbre e nausea,
- rapporti sessuali dolorosi,
- perdite di sangue al di fuori del ciclo mestruale,
- dolori al retto,
- disturbi urinari,
- perdite anali,
- infezioni alla gola.
Nell’uomo i sintomi della clamidia potrebbero essere:
- gonfiore e dolore ai testicoli,
- febbre,
- arrossamento al glande,
- sensazione di prurito ai genitali,
- bruciore durante la minzione,
- dolori anali,
- infezioni alla gola.
Il periodo di incubazione della clamidia non è ancora noto: eventuali sintomi, dunque, potrebbero comparire anche diverse settimane dopo il contagio.