Rilanciare il patto territoriale per la legalità contro le infiltrazioni mafiose nell’economia, nella società e nella politica trevigiane.

L’appello arriva da CNA territoriale di Treviso promotrice, nel 2012, di un protocollo di intesa sottoscritto dalle parti sociali, istituzioni e reti antimafia della nostra provincia.

«Una decina di anni fa, complice la crisi, si intravedevano le avvisaglie di un fenomeno, quello delle infiltrazioni mafiose, che aveva fino a quel momento risparmiato in larga parte, anche se non del tutto, la nostra provincia – afferma Mattia Panazzolo, direttore di CNA territoriale di Treviso -. Oggi a denunciare rischi fondati per la nostra economia sono le forze dell’ordine e le istituzioni, come la Prefettura che ha di recente riunito le parti sociali per alzare i riflettori sulla questione. Va aggiornato e rilanciato quel patto che facemmo allora, per alzare tutti la guardia e creare un cordone di sicurezza intorno alle nostre realtà produttive e sociali indebolite da questa ennesima crisi». 

Il 14 novembre 2012 tutte le associazioni di categoria della provincia di Treviso, assieme alle tre organizzazioni sindacali – Cgil, Cisl e Uil – e alle associazioni antimafia Libera e Avviso pubblico avevano siglato un protocollo in cui si impegnavano a:

  • promuovere presso i propri associati e iscritti l’etica della responsabilità e la cultura della legalità, la lotta alla corruzione, il rispetto delle norme in materia fiscale e del lavoro, in materia di sicurezza sul lavoro e di contrasto al lavoro nero, valorizzando il lavoro regolare;
  • promuovere presso i propri associati e iscritti l’adozione di regole mirate a disciplinare la scelta responsabile dei propri partner, subappaltatori e fornitori;
  • condividere le buone pratiche di contrasto all’illegalità anche con le istituzioni e le altre forze organizzate della società civile;
  • favorire l’estensione dei patti antievasione tra i Comuni e l’Agenzia delle Entrate;
  • segnalare tempestivamente alle forze dell’ordine, alla magistratura e alle altre autorità preposte, episodi e comportamenti che violino la normativa vigente;
  • promuovere e appoggiare iniziative di informazione e formazione presso i propri associati e iscritti e la cittadinanza tutta sul fenomeno delle infiltrazioni criminali nell’economia e i gravi danni che causano ai territori;
  • diffondere presso gli associati e sul territorio la conoscenza di strumenti operativi di prevenzione dell’usura, come i confidi e i fondi antiusura, strumenti essenziali anche per prevenire il fenomeno delle infiltrazioni criminali dell’economia;
  • sostenere iniziative mirate di aiuto e accompagnamento rivolte a vittime o possibili vittime di usura e alle vittime del racket delle estorsioni;
  • coinvolgere sui principi e intenti del presente Patto territoriale soggetti, istituzioni, enti per ampliare il fronte dell’antimafia sociale nella Marca Trevigiana.

Grazie anche a quell’esperienza, in questi anni i corpi intermedi hanno lavorato, nelle singole realtà, per costruire una salda cultura della legalità, mettendo a disposizione, nei casi delle associazioni datoriali come la nostra, strumenti concreti per le imprese in difficoltà, dalla formazione finanziata al credito agevolato, dalle garanzie sui finanziamenti ai fondi anti-usura Va sottolineato che appartenere a un’organizzazione datoriale o sindacale è già di per sé un antidoto contro i rischi di finire in percorsi di illegalità perché la solidarietà e i network che si sviluppano tra imprenditori rendono il singolo più forte e più competitivo.

«In questo momento serve un supplemento di attenzione da parte di tutti, soprattutto in relazione ai settori più colpiti dalla crisi pandemica, onde evitare che numerose PMI del territorio possano divenire facile preda di chi ha grosse liquidità di dubbia provenienza da reinvestire – continua Panazzolo -. Una riflessione approfondita merita inoltre il settore dell’edilizia, dove l’attuale mancanza di requisiti abilitativi per l’avvio dell’attività unita ai grossi incentivi attualmente in campo possono rappresentare un grosso rischio di infiltrazioni mafiose».