“Medea e le altre. Storie di donne e di dee dal V secolo ai giorni nostri” al Teatro “La Stanza” di Treviso apre il mese di aprile del festival “Mythos”

L’universo femminile tra le figure dolenti della mitologia classica e la rivoluzione delle donne iraniane con Ivana Monti, Shahla Shahsavan, Martina Treu, i giovani attori di Tema Academy, le allieve della classe di canto lirico del “Manzato” e le scenografie dell’artista Filippo Locatelli

 

Shahla Shahsavan è una intellettuale iraniana, in Italia dal 2020, music manager e fondatrice della Sarir Music Association. La sua è una delle tante voci che si levano nel mondo per sostenere la rivoluzione delle donne nella repubblica islamica, esplosa lo scorso anno dopo la morte a Teheran di Masha Amin, giovane donna curda che era stata fermata dalla polizia perché il suo hijab non le copriva il capo in modo adeguato alle norme imposte dal governo autoritario del regime islamico. L’insurrezione nazionale, a cui si sono uniti uomini di ogni età, classe sociale ed etnia, è stata un evento di portata senza precedenti in Iran e nel mondo.

La brutalità della repressione sulle donne iraniane di oggi irrompe, insieme alle dolenti figure femminili della mitologia greca, al Teatro “La Stanza” di Treviso martedì 11 aprile (ore 20), con il racconto scritto da Shahla Shasavan, che sarà presente in sala, affidato alla voce dell’attrice Ivana Monti, una delle più intense interpreti della scena italiana.

Ivana Monti dopo un anno torna a Treviso, ancora una volta ospite del festival di teatro classico “Mythos 2023”, ideato e diretto dalla regista teatrale e autrice di drammaturgie Giovanna Cordova, a cui si deve il disegno del reading – spettacolo “Medea e le altre. Storie di donne e di dee dal V secolo ai giorni nostri”.

Accanto a Ivana Monti ci saranno i giovanissimi allievi di Tema Academy (scuola di teatro diretta da Cordova) impegnati nelle letture teatralizzate, i momenti musicali a cura delle allieve dalla classe di canto lirico dell’Associazione  “Manzato” dirette da Marina Bottacin, l’intervento introduttivo di Martina Treu  (Università IULM Milano) studiosa di teatro antico  e l’artista Filippo Locatelli, che ha ideato una scenografia di forte impatto visivo, in cui si fonderanno le immagini del presente (l’attualità delle lotte delle donne iraniane) e quelle del passato, ispirate dalle figure femminili della cultura classica al centro del reading: Ecuba, Medea, Clitemnestra, Calipso.

Donne dalle forti passioni. Contro tutto e contro tutti, persino gli dei. La femminilità nella mitologia greca pone spunti per riflessioni di grande e inquietante modernità” si legge nelle note di regia di Giovanna Cordova, che aggiunge: “Ecuba, Medea, Clitemnestra e Calipso compongono un universo femminile dolente, immerse nella sofferenza che assume diversi aspetti, causata dalle guerre degli uomini che irrompono nelle città e devastano ogni relazione umana. Può colpire allo stesso modo come questa sofferenza, con caratteristiche molto diverse, la si ritrovi oggi nelle donne dell’Iran che si stanno ribellando al governo islamico che le priva di ogni diritto”. Giovanna Cordova ha ideato un percorso narrativo all’andamento molto suggestivo, in un continuo rimando tra antichità e modernità. Le storie delle dee e semidee della mitologia greca si alternano con il testo ideato da Shala Shahsavan, che trae ispirazione dalla silloge favolistica “Le Mille e una notte”, in cui la schiava Sherazade per tre anni scampa alla morte vincendo con la malìa dei suoi racconti notturni, ogni volta interrotti al sorgere dell’alba, la malvagità del re di Persia Shahryar. La favola della fanciulla e del tiranno apre una finestra sulla lotta delle donne di Teheran che va ben oltre l’obbligo dello hijab e oltre i confini dell’Iran.

È la vergogna dei padri, per sempre colpevoli di fronte all’Umanità. La tragedia greca è la testimonianza millenaria dei soprusi civili verso le figlie. Soprusi  ancora oggi manifesti in Afghanistan e Iran. Padri vigliacchi e per sempre colpevoli, di fronte all’ umanità” sottolinea l’attrice Ivana Monti, commentando il suo nuovo lavoro nell’ambito del festival trevigiano. Significativo alla comprensione dello spettacolo sarà il contributo offerto da Martina Treu, fondatrice e componente del Crimta dell’Università di Pavia, che ha collaborato a vari spettacoli, eventi e progetti collettivi con diversi registi, drammaturghi, artisti e gruppi teatrali italiani.

“Medea e le altre” inaugura la serie di reading – spettacolo che si terranno al Teatro “La Stanza” (in via Pescatori 23) tra aprile e giugno, nell’ambito del festival “Mythos 2023”, dedicato quest’anno al tema “Ánthropos: la misura di tutte le cose”, organizzato dall’associazione Tema Cultura di Giovanna Cordova con la collaborazione del Comune di Treviso, i Musei Civici, il Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale e il sostegno di Banca PrealpiSanBiagio.

Info e prenotazioni

L’evento dell’11 aprile sarà aperto alle 19.30 dall’aperitivo di benvenuto; ingresso libero con prenotazione obbligatoria sino ad esaurimento posti all’email info@temacultura.it o al numero 3462201356.