La demenza è una malattia neurodegenerativa che colpisce milioni di persone al mondo, soprattutto sopra i 65 anni di età. Non si conoscono ancora le cause, sebbene gli scienziati continuino a fare passi avanti su questo fronte.

Tuttavia, si conosce qualcosa di più sui possibili fattori di rischio: uno, in particolare, è emerso da un recente studio. Secondo quanto scoperto, gli anziani che hanno una frequenza cardiaca più elevata avrebbero maggiori probabilità di soffrire di questa patologia.

Demenza e frequenza cardiaca: il legame

La frequenza cardiaca è quel valore che rappresenta la velocità della contrazione del cuore e si misura attraverso il conteggio dei battiti cardiaci. Secondo l’American Heart Association, in un adulto sano a riposo dovrebbe attestarsi tra i 60 e i 100 battiti al minuto.

Un recente studio svedese ha scoperto che particolari valori della frequenza cardiaca- elevati, ma non a tal punto da essere considerati patologici- possono aumentare il rischio di demenza senile. I ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma hanno analizzato i dati di 2.147 anziani over 60 senza alcun segnale di declino cognitivo. In particolar modo, nel corso di 15 anni hanno indagato in che modo la frequenza cardiaca fosse correlata alla demenza. I risultati sono stati pubblicati su Alzheimer’s & Dementia.

I risultati dello studio

Dalla ricerca è emerso come i partecipanti con frequenza cardiaca superiore agli 80 battiti al minuto avevano un rischio maggiore di sviluppare questa patologia, rispetto a coloro che avevano 60-69 battiti al minuto.

Inoltre, gli studiosi hanno riscontrato che tale evidenza di fatto non cambiava escludendo gli anziani con patologie cardiovascolari.

Sebbene siano necessari ulteriori studi per approfondire tale meccanismo, la correlazione sembra molto interessante. Potrebbe portare alla scoperta di nuove strategie per la prevenzione del declino cognitivo e dell’invecchiamento cerebrale.