Rispetto al consuntivo dell’anno 2021 il bilancio della demografia d’impresa al 28 febbraio 2022 risulta in lieve flessione a causa degli effetti amministrativi delle cessazioni d’impresa che si concentrano nelle prime settimane dell’anno: -150 sedi d’impresa in provincia di Treviso e -110 in provincia di Belluno.

Nello stesso periodo dei due anni precedenti le perdite, in particolare a Treviso, erano molto più consistenti.

 

“Prosegue l’impegno intrapreso, da parte del nostro Ufficio Studi, a partire dall’inizio della pandemia, – commenta il Presidente della Camera di Commercio di Treviso – elluno|Dolomiti  Mario Pozza – per mettere a disposizione degli Amministratori locali, oltre alla consueta fotografia su base trimestrale della demografia d’impresa, anche un monitoraggio mensile al fine di fornire un aggiornamento continuo del tessuto imprenditoriale delle nostre comunità.”

“In questo comunicato – prosegue il Presidentesono disponibili le tavole con le consistenze del primo bimestre 2022 che evidenziano, rispetto a dicembre 2021, uno stock in flessione di -150 imprese a Treviso e di -110 unità a Belluno. Questi dati, confrontati con quanto successo in provincia di Treviso, nello stesso bimestre dell’anno e del biennio precedente (rispettivamente -316 e -634), evidenziano come la pandemia non abbia determinato cessazioni d’impresa in misura maggiore rispetto al passato. In provincia di Belluno il turismo ha sicuramente pagato il prezzo più alto, ma le 110 imprese perse nei primi due mesi del 2022 si confrontano con quasi -180 imprese perse tra gennaio e febbraio 2020, prima della pandemia.”

“Dall’analisi dell’andamento della demografia d’impresa nella fase più acuta di gestione del virus, – continua il Presidente – è emersa una sorta di congelamento della demografia d’impresa a causa dei divieti di licenziamento, dell’attesa dei ristori, e dell’ampio ricorso agli ammortizzatori sociali che hanno limitato le chiusure d’impresa: infatti tra marzo e dicembre 2020 lo stock delle sedi d’impresa rimane pressoché stazionario (+13 a Treviso e -12 a Belluno).”

“Dalla seconda parte del 2021 – prosegue il Presidenteassistiamo invece ad una ripartenza della demografia d’impresa, sostenuta soprattutto dall’edilizia: abbiamo voluto capire le microdinamiche interne a questo settore, che ha guadagnato oltre 200 sedi in provincia di Treviso nel corso del 2021, scoprendo, tra l’altro, che una quota significativa di queste dinamiche è sostenuta dall’imprenditoria straniera (153 unità).”

Con il prossimo monitoraggio trimestrale al 31 marzo 2022, – conclude il Presidente – che sarà reso disponibile entro il mese di aprile, avremo la possibilità di indagare anche l’andamento delle unità locali, fornire un quadro dell’imprenditoria giovanile, femminile e straniera oltre che la consistenza delle imprese artigiane, tutte informazioni aggiornabili solo su base trimestrale.”

Per dovere di cronaca giornalistica, ricordiamo che, in termini di demografia d’impresa, il bilancio 2021 si era chiuso in positivo per entrambe le province (+479 sedi d’impresa a Treviso e +77 a Belluno). Nei primi due mesi del 2022 si registra invece una lieve flessione, di -150 sedi a Treviso, e di -110 sedi a Belluno. Ma non è una novità il segno negativo nei primi mesi dell’anno: è il periodo, infatti, nel quale si concentrano le pratiche relative alle chiusure d’imprese. Conta semmai capire l’intensità di questa flessione rispetto agli anni precedenti.

Si scopre così che nei primi due mesi del 2021 in provincia di Treviso la flessione era stata di -316 sedi d’impresa; e ancor più sostenuta è stata la flessione contabilizzata tra gennaio e febbraio 2020 (-634 sedi d’impresa), non ancora condizionata dalla pandemia.

Questo dato permette di chiarire come la pandemia non abbia determinato cessazioni d’impresa in misura maggiore del passato. Semmai ha determinato una sorta di “congelamento” della demografia d’impresa: ristori, divieti di licenziamento, abbondante ricorso agli ammortizzatori sociali sono stati tutti fattori che hanno disincentivato/limitato la chiusura delle imprese. E in effetti, nel periodo che va da marzo 2020 e marzo 2021, caratterizzato dalla fase più acuta di gestione del virus, si contano soltanto +23 sedi di imprese in provincia di Treviso. Solo nella seconda parte del 2021 la demografia d’impresa riprende ad essere più vivace, per il progressivo allentamento delle misure restrittive e l’estensione della campagna vaccinale. Ma entrano in gioco, a questo punto, anche i forti incentivi nell’edilizia che, come si dirà nel dettaglio, vanno a favorire l’incremento di aziende proprio in questo comparto come si dirà di seguito.

Dall’analisi per settori economici emerge che, sempre in provincia di Treviso, tra dicembre 2019 e marzo 2020, prima dell’inizio della pandemia, i settori che hanno sofferto maggiormente sono l’agricoltura (-112 sedi), il commercio all’ingrosso (-105) e quello al dettaglio (-134). Nella fase più acuta della pandemia (marzo 2020 e dicembre 2020) è il manifatturiero a perdere, in valori assoluti, il maggior numero di imprese (-116), seguito dal commercio (-36 all’ingrosso e -28 al dettaglio); in crescita le attività dell’edilizia (+54) e dei servizi alle imprese (+86). La fase successiva della pandemia, da dicembre 2020 a dicembre 2021, è invece caratterizzata da una ulteriore crescita del settore delle costruzioni (+205 unità) e dei servizi alle imprese (+347).