Borse di studio, assistenza medica agli studenti fuori sede, mense e servizi omogenei per tutti gli studenti universitari del Veneto: questi i temi al centro della prima riunione del tavolo regionale delle rappresentanze studentesche universitarie istituito dall’assessore all’istruzione, formazione e Università, Elena Donazzan.

“Ho istituito un tavolo regionale di confronto e di proposta, che intendo estendere anche ai rappresentanti degli Esu e dei quattro atenei veneti – ha premesso l’assessore Donazzan – per costruire insieme un sistema che renda effettivo il diritto allo studio universitario in tutta la regione, con servizi e prestazioni omogenee tra i diversi atenei. La prima riunione è stata dedicata a dare voce alle istanze e alle proposte degli studenti, i veri protagonisti dei nostri atenei e del diritto allo studio universitario. La prossima riunione allargherà il confronto agli amministratori degli Esu con l’obiettivo di aggiornare e di rendere omogenea l’offerta di servizi su tutto il territorio regionale: non solo mense e residenze, ma anche servizi per l’orientamento, per la mobilità all’estero e l’occupabilità, nonché per l’accompagnamento al lavoro”.

I rappresentanti degli studenti (organizzazioni sindacali, organi collegiali di Padova, Verona e Venezia e Consiglio nazionale degli studenti) hanno evidenziato una situazione diversificata in merito ai servizi resi dagli Esu e alle problematiche degli iscritti dei quattro atenei. Il problema più significativo evidenziato dagli studenti sono le borse di studio: troppi ritardi e troppi esclusi, hanno rilevato i rappresentanti degli 111.776 iscritti agli atenei del Veneto. Solo uno studente su 10 (precisamente il 10.11% degli iscritti) risulta aver diritto all’assegno e al momento uno su 7 è ancora in attesa della prima rata, nonostante la scelta di alcuni atenei, come Padova, di anticipare i fondi necessari. Gli studenti chiedono di rivedere anche ai criteri di ammissione alle borse e ai servizi Esu: il nuovo indicatore di situazione patrimoniale equivalente (il tetto in Veneto per l’ISPE è di 35 mila euro) finisce – ha esemplificato il rappresentante degli studenti presso l’Esu di Padova – per escludere automaticamente i figli di agricoltori.

“I ritardi nell’assegnazione del fondo nazionale per il diritto allo studio universitario hanno messo in difficoltà il bilancio della Regione. Il meccanismo va certamente rivisto, anche con il coinvolgimento della Conferenza Stato-Regioni – ha dichiarato l’assessore – Ad oggi il Ministero per l’istruzione, l’università e la ricerca non ha ancora reso noto l’importo definitivo della quota di fondo integrativo 2017 che sarà assegnata alle Regioni per l’anno accademico in corso. Per evitare che il ritardo del MIUR si ripercuota sugli studenti, la Regione Veneto ha fatto il possibile per anticipare gli stanziamenti delle risorse proprie così da migliorare i tempi di erogazione delle borse di studio agli studenti. Analoga scelta farà il Ministero che quest’anno erogherà la quota integrativa del fondo statale 2017 direttamente alle Università e agli Esu, senza trasferire la risorse la bilancio della Regione, velocizzando così i tempi di pagamento”.

“Su questo fronte lo sforzo della Regione è notevole – ha sottolineato l’assessore – perché si impegna a stanziare risorse proprie per 5,5 milioni di euro in aggiunta ai proventi della tassa regionale per il diritto allo studio, stimata in 16 milioni di euro, sulla base delle entrate degli anni passati, con un impegno complessivo quindi di 21.650.000 euro. Complessivamente, sommando le risorse statali a quelle regionali, per l’anno accademico in corso le risorse dedicate alle borse di studio universitario ammonteranno a 34 milioni di euro”.

Quanto alla richiesta di copertura sanitaria, l’assessore regionale si è impegnata a verificare con il collega alla sanità la possibilità di garantire su scala regionale l’assistenza medica di base a tutti gli studenti fuori sede iscritti ai quattro atenei veneti.

Nel corso dell’incontro è stata resa nota anche l’iniziativa regionale “ESU a teatro” che, come nel precedente anno, prevede l’ingresso agevolato agli spettacoli del Teatro Goldoni di Venezia, del Teatro Verdi di Padova e del Teatro Nuovo di Verona al costo di 3 euro esibendo la tessera universitaria o la tessera ESU.