Questa mattina, sulla sua pagina Facebook, il Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha tenuto una conferenza stampa attraverso la quale ha fatto il punto della situazione, un incontro con alcuni rappresentanti della stampa da remoto durata quasi due ore. Presenti anche l’Assessore alle Politiche Sociali, Simone Venturini, e l’Assessore al Bilancio. Michele Zuin. “Abbiamo scelto di tenere un profilo basso – ha esordito il Primo Cittadino veneziano -, perché è meglio fare che dire. Essendo gente di sport, sappiamo fare squadra. Fin dall’inizio ci siamo attenuti alle disposizioni del Governo. Ci sono piovuti addosso provvedimenti e disposizioni. Ho deciso fin da subito di non fare alcuna ordinanza comunale, per rispettare il ruolo di Regione e Stato“.

Poi Brugnaro ha espresso molti ringraziamenti. “Voglio ringraziare il Prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, per la collaborazione e per rendere operativa una serie di procedure. Ma ringrazio anche le Forze dell’Ordine. Ricordo le farmacie AMES, che sono 15, ma anche quelle private. Un loro laboratorio di Salzano ci ha permesso di produrre gel igienizzante, che non si trovava da nessuna parte. Un ringraziamento speciale ai sacerdoti delle parrocchie, che si sono spesi in maniera incredibile,ed in particolare il Patriarca che ci ha dato una iniezione di fiducia,  ai medici che stanno rischiando la vita e che sono in prima linea. Ringrazio persone che non nomino, ma loro lo sanno, che mi hanno sostenuto dal punto di vista spirituale, una ricerca grande che ritengo sia da condividere con tutti. Ringrazio la Polizia Locale, la Protezione Civile, che anche ieri, quando sono arrivate le mascherine consegnateci dalla Regione Veneto, ci ha aiutato, ma è sempre stata a disposizione, raccogliendo tra l’altro le telefonate delle persone quarantenate. Abbiamo fatto una prima consegna, grazie ai 70 volontari, agli esercizi commerciali aperti. La crisi può esser la riscoperta della nostra piccolezza di fronte alla vita e da Dio. La paura è un sentimento anche doveroso e rispettabile, utile in certi casi, perché consente di riflettere sulle azioni che si fanno. Ma quando la paura diventa panico, le azioni possono essere sconsiderate. Io non ho paura, ritengo che ne usciremo più forti di prima. Dobbiamo cambiare continuamente le procedure in base a quello che recepiamo dal Governo. Non vogliamo fare nessuna polemica, anzi siamo filogovernativi.

E’ tempo di raccontare meglio, ai cittadini, quello che sta succedendo, allo scopo di dare risposte più corrette, trasparenti e veloci, rispetto a temi anche di sussistenza, approvvigionamento del personale e di futuro, perché c’è un dopo. Il mio vuol essere un messaggio positivo ed incoraggiante. Ci dicono che, per quanto riguarda l’incidenza del Coronavirus, la curva massima sarà tra due settimane, ma nel frattempo il tempo va gestito.

Intanto abbiamo, sin dall’inizio, provveduto ai lavori di sanificazione della città, e questo già dal 24 febbraio (il Sindaco ha mostrato un video in cui si vedono gli operatori mentre eseguono queste attività), in luoghi come le fermate del tram, il Ponte di Calatrava, ad esempio, e questo interamente a carico del Comune; a riguardo, abbiamo efficientato il Bilancio. Siamo stremati, ma abbiamo ancora lavoro da fare, per cui chiedo a tutti la massima collaborazione. Chiediamo scusa a tutti, ma sappiate che la nostra intenzione è quella di ricordarci degli ultimi. Non abbiamo parlato tanto, non abbiamo cercato interviste o tv, ma abbiamo fatto tanto. Noi, in questa guerra, restiamo in trincea.

Cito rapidamente le cose fatte: oltre a sanità, parte economiche e sociale, sui trasporti, il nostro punto più delicato e debole, ci siamo trovati ad un tipo di necessità differente. Abbiamo ridotto le corse, ricorrendo anche alla cassa integrazione, cosa dolorosa, non facile, non solo per i dipendenti ACTV ma per tutti i lavoratori. Abbiamo chiesto la cassa in deroga, ma i conti non ci tornano. Abbiamo fatto corsi con la Polizia Locale, per chiudere il più possibile gli spostamenti delle persone, in linea con le disposizioni nazionali. Abbiamo anche corretto i provvedimenti per venire incontro a lavoratori e persone che si recano negli ospedali. Ci scusiamo per i contrattempi, ma abbiamo fatto autenticamente miracoli, per riuscire a mantenere i servizi in un periodo che possiamo definire di guerra. Abbiamo messo a disposizione posti al Parcheggio della Marittima. Abbiamo eliminato le strisce blu in terraferma, perché visto che c’è minore concentrazione di traffico, le persone potessero esser agevolate.

Assieme al Teatro La Fenice, al Casinò ed ai Musei Civici, abbiamo provveduto affinché molte persone potessero utilizzare ferie prima e cassa integrazione poi, per dare continuità alle aziende e poter riaprire poi. C’è stato un continuo rimescolamento delle carte, ma cui abbiamo fatto fronte con la continua messa in sicurezza.

Ci ripromettiamo inoltre, come Comune, di richiamare le persone quarantenate, di cui avremo gli elenchi a breve. Tutte le persone in quarantena fiduciaria, che pensano di essere state contagiate, sappiano che tutta la spazzatura va messa in un contenitore di indifferenziata. Il tutto deve essere messo in un sacchetto unico, non devono fare la differenziata, poi mettere il tutto in un altro sacchetto, per sicurezza. Dopodiché, la spazzatura verrà bruciata, dopo essere stata formata in unità di CSS. E chi non ha gli strumenti per fare la spesa, sappiano che provvederemo, con la Protezione Civile, a fare la spesa e a raccogliere la spazzatura. E’ stata una rincorsa alle difficoltà”.

Sul discorso della spazzatuta bruciata, Brugnaro ha detto che tale operazione viene fatta attraverso una centrale a carbone di Marghera che tra poco verrà chiusa. E per tale motivo il Comune ha chiesto di poterne costruire un’altra.

“Siamo stati capaci – ha proseguito il sindaco di Venezia – di reperire le mascherine, ritirate l’altro giorno a Malpensa da Shuzou in Cina e ditribuite ad operatori sociali, farmacie e mercati. Ringrazio anche i commercianti aperti, che sono necessari per fornire un presidio sul territorio, riguardo beni importanti come l’alimentazione. Ma ricordo anche quelli che hanno chiuso, e che adesso sono a reddito zero.

Sul Decreto CuraItalia siamo molto preoccupati. La cassa in deroga, in particolare, per le partite IVA, i lavori precari, danno 600 euro, ma al di là del fatto che siano realistiche queste cifre, noi abbiamo fatto i conti. Per coprire le necessità delle prossime nove settimane, sono necessari 10 miliardi e non 5 miliardi come sono previsti nel Decreto. Ogni provvedimento ha un costo, che deve essere esplicitato, altrimenti si può arrivare allo sconquasso sociale. Chiediamo a Governo ed Unione Europea una maggior copertura economica, in tal senso. Il rischio è che ci esploda il Paese tra le mani.

Se abbiamo venti milioni di lavoratori in Italia e ne sono stati fermati dieci, 1000 euro a testa sono 10 miliardi. Dire “arriverà un fiume di denaro”, non basta. E per chi è rimasto a casa senza lavoro, ed è a casa che ci guarda, comunque vada, bisogna poter disporre di queste risorse. All’Europa chiedo: dovete emettere degli Eurobond, dovete darci delle garanzie e la liquidità che l’Italia che oggi non possiede. Per costruire una manovra economica che dia numeri capaci di dare tranquillità. Noi, in tal senso, come Comuni, siamo in prima fila. Io sono sempre stato contrario al debito pubblico, perché lo pagheranno gli attuali giovani; ma in un simile momento, è chiaro che il debito pubblico ha senso. Per questo, un “camion” di moneta stampata deve arrivare dall’Europa. Invito sempre il Governo a dare le risorse promesse a Venezia, per la precisione 150 milioni, anche in previsione dell’acqua alta che tornerà e del Mose.

La gente ha bisogno di pensare che si possa continuare a vivere. Credo che si faccia comunità così: anche sbagliando, e per i miei sbagli chiedo scusa. Ma cerco di diffondere fiducia in tutti. Sui consigli sanitari, non sono titolato a darne, ma posso dire che raccolgo molto positivamente la notizia della sperimentazione del farmaco dal Giappone. Posso inoltre dire che la Regione sta facendo uno sforzo enorme. Eventualmente faremo il calcolo di quello che si poteva o non poteva fare, ma non in questo momento. Abbiamo bisogno di molto materiale, come le mascherine, specie in luoghi delicati come le case di riposo, ad esempio. sulla questione fabbriche: ci sono aziende, come la Pilkington, i forni a Murano, che non possono chiudere, fermare i forni vuol dire che poi devono essere ricostruiti, e per farlo ci vogliono milioni. Condividiamo la strategia governativa del “motore acceso”. Non sarà mai una chiusura totale come è stata in un a parte della Cina, perché lo stop nel nostro caso riguarda tutto il paese. La classe dirigente, comunque, deve già pensare al “dopoguerra”.

Sul turismo: la cassa in deroga dovrà essere estesa a tutti i settori, per almeno dodici settimane. Io parlo per Venezia, ma è così in tutta Italia: ci deve essere una norma, sugli affitti di azienda, che preveda lo scomputo di quel costo. Noi ci siamo fatti due scenari: uno interno, per il quale i cittadini possono stare tranquilli. Ma è evidente che il Governo debba trasferire sulla carta i propri intendimenti, per quanto riguarda i Comuni. Ci sarà una nuova forma di economia in città? Certo, ma deve camminare sulle gambe dei nostri giovani. Il danno subito dal turismo, che è la prima industria italiana, è enorme. Noi pensiamo però che, per arrivare a tutto regime, ci metteremo un anno, ormai la stagione è segnata. Non sappiamo fare cifre, ma posso dire che il reddito di chi lavora in questo settore è ridotto a zero.

Dobbiamo immaginare ad un grande rilancio del Paese. Dopo aver onorato i nostri caduti, dobbiamo pensare a dare un futuro ai nostri giovani. Vogliamo dare un messaggio assolutamente non polemico nei confronti del Governo, bensì utile. Dobbiamo, in tal senso, ascoltare le imprese. Ma ai nostri cittadini, sui conti del Comune, diciamo: state tranquilli, se ci sono problemi li risolveremo. Sulla Tari: non vogliamo aumentare la tassazione. Aggiungo che senza le industrie non riusciremmo a risolvere il problema del virus. Sui quarantenati: io so solo che sono un soldato e prendo ordini, mi attengo alle disposizioni di Regione e Stato.

Lo spopolamento di Venezia? Sentiamo sempre gli stessi dati, che però non sono corretti. Ci dicono che sono 53 mila, ma grazie ad una misurazione fatta attraverso la consumazione dell’acqua, siamo riusciti a stabilire che le persone che vivono in città sono 100 mila. Nessun problema in tal senso, ma di attenzione particolare alle persone anziane sì, perché il decremento della popolazione non è dovuto ai trasferimenti in uscita, che sono compensati da quelli in entrata, ma dalle morti naturali delle persone anziane che sono circa 300 all’anno. Facciamo appello agli anziani di restare a casa. Porteremo noi loro la spesa.

Penso inoltre alla costruzione di un gruppo di volontari, di psicologi per dare sostegno a persone sole, non solo agli anziani ma anche ai bambini. Nei prossimi giorni faremo un’iniziativa per coinvolgere i più piccoli, per fargli fare qualcosa come abbiamo fatto con i disegni #andràtuttobene, allo scopo di tenere impegnata la popolazione in chiave positiva. Questo non significa sottovalutare nulla. Anzi: al Governo chiedo anche: stanziate i 150 milioni di Eruo per Venezia! Spero che arrivi il messaggio che o si fa l’Europa adesso, o sarà persa per sempre! Visto che abbiamo una grande Banca europea, stampiamo gli euro! E dobbiamo farlo adesso, nei prossimi giorni, non nelle prossime settimane. Nei prossimi giorni!

Io non sono contrario alla chiusura delle fabbriche, quelle non strettamente necessarie, ma bisogna poi saperne pagare il conto. Siamo d’accordo sulle misure volte a tutelare la salute, ma dobbiamo fare i conti di quanto costa un provvedimento del genere. Qualcuno si sta ponendo il problema di quanto costano queste manovre? Bisogna andare in Europa con i conti giusti, corretti, precisi. Dobbiamo dare tranquillità finanziaria. Siamo a disposizione per questo. Faccio inoltre una proposta, sulle mascherine: che vengano chiuse in confezioni da 10, per sicurezza. Ci hanno promesso 800mila mascherine, finora ne sono arrivate circa 29.000 sabato e 12.000 oggi. sono, ricordiamolo, mascherine non per i medici ma per i privati, per uscire a fare la spesa. Non sono mascherine tecniche”.