Fotovoltaico a terra, la questione arriva sul tavolo regionale portata dal Partito Democratico.

“Le rassicurazioni generiche lasciano il tempo che trovano: sul fotovoltaico a terra Zaia passi dalle parole ai fatti prima che sia davvero troppo tardi e avrà il mio sostegno in commissione Ambiente”. 

Questo l’invito che arriva dal consigliere regionale del Partito Democratico dopo la risposta del presidente del Veneto alla giovane studentessa di Mogliano preoccupata per il doppio impianto da 9 ettari lungo la Tangenziale nord, su suolo agricolo.

“Non è certo una questione di essere pro o contro il fotovoltaico. Personalmente, infatti, sono un grande sostenitore, l’ho installato a casa da una quindicina di anni ed è la strada da percorrere per avere energia pulita. Ma i pannelli non possono essere messi ovunque, distruggendo la poca campagna rimasta e favorendo le speculazioni. Ci sono i tetti dei supermercati, edifici e pensiline dei parcheggi pubblici, dotandole di colonnine elettriche, migliaia di capannoni, o anche pannelli galleggianti sulle falde affioranti delle cave di ghiaia. Dopo aver fatto tutto questo, solo allora, si potranno pensare altre soluzioni”.

“Il punto però è che in Veneto manca una legge. Il 4 marzo la maggioranza ha presentato il Pdl 41 poi ritirato e sostituito dal numero 97 dello scorso 20 settembre. Entrambi i provvedimenti, all’articolo 3, presentano un lungo elenco di aree non idonee alla realizzazione degli impianti, da quelle agricole interessate da determinate produzioni agroalimentari, passando per i siti Unesco, aree di tutela paesaggistica e le aree di riproduzione, alimentazione e transito di specie faunistiche. È quasi un anno che il Consiglio, tramite la commissione Ambiente, è coinvolto, ma non si è approdati a niente. Perciò Zaia, oltre alla buone intenzioni, convinca la presidente di commissione che è del suo partito e gli altri consiglieri leghisti. Se manca la volontà politica – conclude – manca tutto”.