L’immunoterapia rappresenta l’ultima avanguardia nella lotta contro i tumori ematologici. L’impiego di cellule Car-T, infatti, si è dimostrato particolarmente efficace nella leucemia e nel linfoma.

Tuttavia, è in studio l’ampliamento del suo utilizzo anche nei confronti dei tumori solidi e- in particolar modo- di quelli cerebrali, come il glioblastoma.

Immunoterapia contro il glioblastoma

Una nuova ricerca di laboratorio condotta dagli studiosi dell’Università di Modena e Reggio Emilia, assieme allo staff di Oncologia medica dell’Aou di Modena e ad altri istituti in tutta Italia e pubblicata su Nature, Precision Oncology mira proprio ad estendere la Car-T ai tumori solidi.

L’obiettivo, infatti, è quello di promuovere una cura più efficace per combattere il glioblastoma, una delle forme tumorali più aggressive in assoluto. Entrando nel dettaglio, si tratta di un tipo di cancro al cervello che, se non trattato, ha una prognosi di pochi mesi di vita. Purtroppo, le attuali terapie riescono ad allungare solo di poco le prospettive di sopravvivenza e per questo l’immunoterapia potrebbe rappresentare una nuova speranza in tal senso.

Inoltre, oltre al glioblastoma, è in studio anche l’applicazione di questa tecnica nei casi di carcinoma del polmone a piccole cellule e di melanoma.

Come funzionano le cellule Car-T

L’immunoterapia in questione è una vera innovazione in campo oncologico: si tratta, infatti, di una terapia cellulare e genica che si basa sul “rafforzamento” dei linfociti T del paziente. Tali cellule attivano la risposta immunitaria contro i tumori, ma non sempre sono in grado di combattere efficacemente la malattia.

Con un semplice prelievo, dunque, i linfociti T approdano in laboratorio e vengono modificati affinché siano in grado di riconoscere le cellule tumorali. Le Car-T così ottenute, infine, vengono reinfuse nel paziente, così da rendere il suo sistema immunitario maggiormente capace di aggredire il cancro.