Il presidente di Casartigiani Veneto, Franco Storer: «L’autunno è iniziato nel peggiore dei modi, sono in netta crescita le richieste di attivare il ricorso alla cassa integrazione. Le nostre imprese sono strozzate dai costi energetici e lasciano a casa i dipendenti, servono aiuti immediati, anche con risorse regionali»

 

Casartigiani lancia un preoccupato Sos alle istituzioni perché, come già segnalato nei mesi scorsi e nelle scorse settimane, il caro bollette sta mettendo sempre più in difficoltà molti piccoli e medi imprenditori. A parlare è il presidente dell’associazione che riunisce a livello regionale migliaia di attività: «Dalle nostre sedi arrivano segnali preoccupanti» spiega Franco Storer, presidente del mandamento trevigiano e rappresentante regionale dell’associazione «dopo l’estate hanno iniziato ad aumentare in maniera significativa le richieste di attivare le procedure per il ricorso alla cassa integrazione».

La procedura per questo tipo di ammortizzatore sociale, nelle sue varie forme, prevede in estrema sintesi che entri in vigore dopo un apposito accordo sindacale e che la richiesta sia evasa dall’Inps o dall’Fsda. «Forse passeranno settimane prima che l’emergenza nei bilanci delle nostre imprese diventi concretamente misurabile anche come crisi occupazionale» fa notare Storer «ma è chiaro che ci attende un autunno difficile. Le imprese sono strangolate da aumenti che sono stati in un anno del 200% e oltre. Per molti stringere la cinghia significa lasciare i dipendenti a casa, pur avendo ordini da smaltire e richiesta di lavoro. In questo paradosso torniamo a chiedere misure straordinarie a tutte le istituzioni coinvolte, basta slogan, la campagna elettorale è finita».

In merito alla recente ipotesi di introdurre un’addizionale regionale all’Irpef, paventata nei giorni scorsi da alcuni esponenti della giunta del Veneto, Casartigiani invita a mantenere saldo il principio della progressività e chiede che le maggiori entrate siano destinate proprio alla tutela delle piccole imprese sul fronte dell’inflazione: «Le fasce più deboli devono essere protette» premetta Storer «ma in questa crisi grave pensiamo non sia così sbagliato introdurre un prelievo direttamente dai redditi da lavoro dipendente, sopra una certa soglia. Se, come leggiamo sulla stampa, la Regione stima di ottenere da questa misura circa 300 milioni di euro, chiediamo che questo gettito sia destinato a tutela delle imprese più in difficoltà sul fronte dei rincari energetici».

La richiesta dell’associazione sarà esposta anche nel prossimo tavolo regionale delle categorie previsto per a giorni: «Speriamo sia un’occasione concreta di confronto e ascolto» commenta Storer in vista dell’incontro.