Nel periodo natalizio gli anziani soli non devono… restare soli. Tanto più in un momento così difficile, con la seconda ondata del virus che ha travolto la nostra regione e ha costretto il governo a imporre nuove restrizioni. Il sindacato dei pensionati (Spi) del Veneto – assieme all’Auser, alla Rete degli studenti medi e all’Udu (Unione degli universitari), che operano sul territorio per assistere le persone più anziane – lancia, dunque, un appello alle amministrazioni locali, affinché monitorino la situazione della fascia più debole della popolazione e valutino possibili interventi per i casi più delicati. Stiamo parlando in particolare dei circa 240 mila ultra 75enni veneti che vivono appunto soli, perché vedovi/e, divorziati/e o nubili/celibi. Ma, ancor più, di quei 30 mila over 75 che oltre a non avere più un compagno o una compagna, non hanno neppure figli.

«Siamo molto preoccupati – confermano dalla segreteria regionale dello Spi Cgil -. Quest’anno il problema delle persone anziane che passeranno il Natale da sole è molto più accentuato proprio per le necessarie limitazioni imposte dall’esecutivo che costringerà molte famiglie a selezionare gli inviti per evitare assembramenti e di conseguenza nuovi contagi. Ci sono anche anziani, però, che resterebbero comunque soli perché non hanno proprio nessuno, nessuna rete familiare a supporto. Ed è a loro che va soprattutto il nostro pensiero: i Comuni non devono abbandonarli. Il nostro appello è rivolto in particolare a chi amministra le città più grandi, dove l’anziano che vive solo rischia di più l’emarginazione e l’esclusione. 

Di sicuro Spi, Auser, Rete degli studenti medi e Udu non dimenticheranno gli anziani veneti, tanto più in questo surreale periodo natalizio. Il tutto, nell’ambito di una collaborazione intergenerazionale che testimonia l’assurdità di chi intravede uno scontro fra giovani e “vecchi” nella dura battaglia contro il virus. In particolare, l’Auser e gli studenti garantiranno la spesa a domicilio e la consegna dei pasti e dei farmaci. Ma non solo. Resterà operativo il servizio del Filo d’Argento (800 995 988) che già durante il primo lockdown aveva tenuto compagnia telefonica a migliaia di persone.

«Nel primo lockdown, durato 84 giorni, sono stati effettuati trasporti salvavita, consegna pasti, medicinali, pacchi/buoni spesa, compagnia telefonica, disbrigo pratiche, consegna mascherine – spiegano Maria Gallo, presidente dell’Auser Regionale Veneto e Tommaso Biancuzzi, coordinatore regionale della Rete degli studenti medi – Le persone assistite in totale sono state più di 11 mila per 10 mila interventi svolti. Sono stati impegnati 230 volontari Auser e 30 giovani della Rete e dell’UDU, per un totale di quasi 10 mila ore di volontariato. In questi giorni, pur fra le mille difficoltà collegate alle restrizioni, i nostri servizi proseguiranno senza sosta. Secondo noi un mondo più giusto si costruisce a partire da una società più solidale e noi vogliamo dare una mano».