Funzionario comunale dal 1908 al 1953, fu allievo di Luigi Bailo

 

È stata inaugurata questa mattina al Museo Bailo la targa dedicata a Luigi Sorelli, funzionario comunale dal 1908 al 1953 e collaboratore fino al 1959 nel delicato ufficio di ricostituzione e tutela delle raccolte di Casa da Noal gravemente danneggiate dal bombardamento del 7 aprile 1944. 

Un riconoscimento voluto per ricordare un dipendente comunale che ha dato tantissimo alla cultura trevigiana. Fra Bailo e Coletti, Sorelli rappresenta il vincolo di continuità in grado di conciliare due concezioni di cultura differenti e una diretta proiezione verso le nuove generazioni. 

Nell’età in cui Treviso fu chiamata la “piccola Atene”, gli Istituti di cultura costituivano un richiamo costante per studiosi ed artisti non solo trevigiani o veneti, ma nazionali e forestieri, Sorelli fu l’anima di uno scenario di eccezionale vitalità culturale. La sua competenza era invocata da eminenti personalità che tenevano con lui corrispondenza e ne coltivavano l’amicizia, anche privatamente.

La vita

In età giovanile Luigi Sorelli aveva sviluppato una spiccata sensibilità per l’arte e la musica che coltivò fino alla fine (fu infatti maestro di violino e di fiati), mentre la sua passione di bibliofilo lo portava a frequentare l’antiquariato di Treviso, Oderzo e Venezia. Associato inizialmente alla Segreteria generale, passò dal 1913, su sua richiesta, agli Istituti comunali di cultura, di cui divenne direttore nel 1941.  Allievo di Luigi Bailo, ne fu il segretario per le attività di biblioteca, museo e pinacoteca. Fin dal 1917 era stato designato dall’abate a succedergli ma la promozione avvenne molti anni dopo. Fu il professor Coletti, conservatore dal 1933, a sollecitare i riconoscimenti che Sorelli avrebbe meritato e che, in piena economia di guerra, gli valsero la nomina a bibliotecario-direttore degli Istituti di cultura. Sorelli ebbe un peso decisivo nel dare nuovo vigore agli Istituti, così come l’aveva avuto nella loro tutela durante due guerre mondiali.

Se infatti da Bailo egli aveva appreso i segreti della biblioteconomia, e con lui aveva approfondito la conoscenza dei depositi librari e museali affinando così la sua sensibilità storica estetica ed artistica, Coletti conobbe subito, e le dichiarò spesso nella sua corrispondenza amministrativa e riservata, le doti eccezionali di Sorelli.