In Italia negli ultimi quindici anni sono scomparsi oltre 100 milioni di piante da frutto fresche. La crisi riguarda soprattutto mele, pere, pesche, albicocche uva da tavola, ciliegie, arance e clementine.
Il dato è stato reso pubblico da giovani agricoltori della Coldiretti, che sono scesi in piazza per denunciare il risultato drammatico.
Crisi piante da frutta: i dati di Coldiretti
Come afferma la Coldiretti, la superficie italiana coltivata a frutta si è ridotta a 560mila ettari, con la perdita di oltre centomila ettari rispetto a 15 anni fa. E la situazione peggiore riguarda aranci, peschi, uva, nettarine e pere.
Tuttavia il dato allarmante non finisce qui: meno alberi, infatti, significa anche maggior rischio ambientale perché di fatto aumenta il rischio di alluvioni e frane. Senza dimenticare che gli arbusti aiutano l’ecosistema (anche) con la rimozione di CO2.
I rischi
Una pianta adulta – precisa la Coldiretti – è in grado di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina in un anno circa 20 chili di polvere e smog.
Ma il settore risente anche della concorrenza sleale delle produzioni estere: per esempio le pere cinesi arrivano in Italia, ma quelle italiane di fatto non arrivano in Asia perché lì c’è un divieto. Stessa cosa accade con i kiwi in Giappone, l’uva dall’Argentina e le banane dal Brasile.
Questa crisi, dunque, tocca non solo la salute degli italiani, ma anche il futuro delle oltre diecimila giovani aziende agricole che hanno scelto di investire nel settore ortofrutticolo.