Finalmente la buona notizia. Riapre l’ospedale di Schiavoni

CORONAVIRUS. ASSESSORE SANITA’ VENETO, “OSPEDALE
SCHIAVONIA RIAPRE IL 7 MARZO. IN UN BLOCCO COMPLETAMENTE
ISOLATO 50 LETTI DEDICATI CHE SPERIAMO DI NON DOVER USARE
MAI”

L’Ospedale di Schiavonia, in provincia di Padova, chiuso all’inizio dell’emergenza
coronavirus e progressivamente svuotato dei pazienti che vi si trovavano, riaprirà i
battenti a breve. La data più probabile è quella del 7 marzo.
Lo ha annunciato questa sera l’Assessore alla Sanità della Regione Veneto
incontrando, a Padova, la Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 6 Euganea.
“L’attività – ha detto l’Assessore – si riavvierà progressivamente, fino a ritornare ai
livelli operativi usali, con tutti i suoi servizi”.
“A questi, nell’ambito delle azioni che stiamo individuando con il Presidente della
Regione per ampliare i posti letto per i casi di coronavirus in tutta la regione – ha detto
ancora – si aggiungerà un servizio prezioso e di vera e propria eccellenza per tutto il
sistema sanitario nella lotta e cura al coronavirus”.
Si tratterebbe, come ha anticipato l’Assessore, di adibire l’area della week day surgery
a degenza per i pazienti affetti da Covid – 19 per un totale di 50 posti letto, che rimarrà
operativa per il periodo necessario a superare le problematiche legate al coronavirus.
“Ci auguriamo tutti – ha detto l’Assessore – che il tempo sia il più breve possibile ma,
ora come ora, non sarebbe serio fare previsioni. Né si può essere certi che questi letti,
qui come in altri ospedali, serviranno davvero. Auspichiamo di no, ma è un dovere
verso tutta la popolazione veneta prepararsi adeguatamente anche allo scenario più
negativo”.
L’area in questione è collocata al primo piano del blocco C3 e può essere raggiunta
dall’esterno con accessi dedicati e completamente avulsi dal resto dell’ospedale, così
come in totale isolamento funzionerà l’intera struttura dedicata. Tale blocco è dotato
inoltre di impiantistica che funzionalmente può essere separata dalle altre aree,
rendendolo di fatto un tutt’uno a sé stante.
“Nessun cittadino e nessun operatore sanitario, tranne quelli dedicati e i malati che
verranno eventualmente ricoverati – ha concluso l’Assessore – avrà il benchè minimo contatto con quest’area di un ospedale che, quindi, riprenderà la sua attività in totale sicurezza per operatori e utenti”.