L’appuntamento giovedì 28 marzo nell’ambito del Festival Mythos con l’opera di Ovidio riscritta da Sami Ibrahim, Laura Lomas e Sabrina Mahfouz e diretta dalla regista Veronica Cruciani

Sul palcoscenico del Teatro Del Monaco gli appuntamenti di “Mythos”, il festival di teatro classico ideato da Tema Cultura e dalla regista Giovanna Cordova con la collaborazione del Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, continuano con un testo che la regista Veronica Cruciani ha portato in Italia direttamente dal Globe Theatre di Londra: giovedì 28 marzo le allieve attrici e gli allievi attori dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni debuttano sul palcoscenico trevigiano con Le Metamorfosi di Ovidio riscritte da Sami Ibrahim, Laura Lomas e Sabrina Mahfouz.

Inoltre, per continuare le celebrazioni della 62ª Giornata Mondiale del Teatro, che ricorre ogni anno il 27 marzo, prima dell’inizio dello spettacolo un attore neodiplomato all’Accademia Teatrale Carlo Goldoni leggerà il testo “L’arte è pace” scritto per l’occasione dal drammaturgo Jon Fosse, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura 2023.

A portare in scena le storie più note come quelle di Medea, Giulio Cesare e Augusto, ma anche meno conosciute come il mito di Procne e Filomela, saranno Francesca Accolla, Teresa Bisoni, Elena Folgoni, Lorenzo Paderno, Simone Pedini, Natanaele Pogliaghi, Laura Taddeo, Giuseppe Tammaro, Stefano Vannacci e Andrea Zani. L’opera originale raccoglie 250 storie, dalla creazione fino all’epoca di Ovidio, ma sul palcoscenico saranno messi in scena solo alcuni degli antichi miti, raccontati in modo spiritoso e ironico, grazie anche alla traduzione di Monica Capuani.

“Racconteremo in modo giocoso alcuni degli antichi miti di Ovidio, poeta romano vissuto durante Augusto – afferma la regista Veronica Cruciani, nelle sue note di regia -. Le Metamorfosi, una delle opere più influenti nella cultura occidentale, sono una raccolta di storie sulle trasformazioni. Le affronteremo riscritte dai drammaturghi Sami Ibrahim, Laura Lomas e Sabrina Mahfouz, in un testo semplice e diretto, che non perde nulla della sua forza originaria”.

Fil rouge dello spettacolo sarà il mutamento. A partire da quello primordiale, cioè quando dal caos si passò al cosmo per poi arrivare all’uomo. La realtà, infatti, fin dalle sue origini è in continua evoluzione. Trasformazioni felici o tragiche, costellate da esseri inquieti e tormentati che trovano nel cambiamento l’unica via d’uscita a situazioni impossibili o a passioni assurde. Gli interpreti racconteranno, così, un susseguirsi di storie, alcune più note e altre meno, ricordando al pubblico il fascino perenne della tradizione orale. La scenografia sarà composta da statue, anfore e vasi antichi ma anche da materiali quotidiani, come attrezzi da lavoro, pennelli, oggetti di uso domestico. Pur narrando di eroi, divinità, regni che esistono soltanto in un mondo mitico, lo spettacolo terrà salde le sue radici nella realtà. E gli spettatori potranno rimanere ancorati ad una quotidianità ben definita anche in scena.