CORONAVIRUS. ASSESSORE ALLO SVILUPPO ECONOMICO, “CHI
CREA ALLARMISMO SARÀ RESPONSABILE DELLE
CONSEGUENZE. E L’EUROPA DOVE STA?”

“Il coronavirus non è la peste bubbonica di manzoniana memoria. Non è nemmeno
ebola. Arrivo a dire che non mi sembra nemmeno parente di Sars, Aviaria o Spagnola.
Ma il punto è che se andiamo avanti così la peste arriverà nei bar, nei negozi, negli
alberghi, nei ristoranti. E avrà un nome e un cognome: crisi e recessione”.
L’assessore allo sviluppo economico della Regione del Veneto interviene sulla vicenda
coronavirus in particolare per quanto riguarda le ripercussioni sul mondo delle imprese
e dell’economia, e punta il dito verso l’Europa.
“Sono sempre più sconcertato sull’assordante silenzio dell’Unione europea –
sottolinea – pare che solo l’Italia stia vivendo la crisi del coronavirus, quando Spagna,
Francia, Germania stanno subendo anche loro il contagio, ma non mi sembra con le
stesse conseguenze che stanno passando i nostri imprenditori, artigiani e i nostri
esercizi commerciali”.
“La crisi sanitaria c’è e va affrontata con razionalità – prosegue l’assessore – mi
aspetto che il Governo difenda il nostro brand, il nostro turismo, il nostro export. Il
danno di immagine è terribile, ma non solo. Se non riprenderemo presto la vita di tutti
i giorni sarà difficilissimo dover affrontare un’emergenza economica che riguarderà
tutti i settori produttivi. Spero di sbagliarmi, ma al di là delle doverose misure
moratorie verso le zone rosse, non ho sentito di piani di emergenza per iniettare risorse
nel sistema produttivo, o decreti d’urgenza per salvaguardare le nostre imprese”.
“Il Veneto, con Lombardia ed Emilia-Romagna, è il caposaldo del PIL nazionale, –
conclude l’assessore regionale allo sviluppo economico – se non aiutiamo il Veneto,
non aiutiamo l’Italia. Questo lo deve capire il Governo, ma lo deve capire anche
l’Europa. Siamo uno dei sistemi manifatturieri più importanti del continente, c’è un
dovere e una responsabilità anche nei nostri confronti. Spero che questa crisi rientri

 

presto e che ci si debba solo leccare un po’ di ferite. Oltre sarebbe una catastrofe non
solo per noi, ma per tutta la UE”.