Progetto di legge sul fine vita, la lettera di Fabio Pezzato (Azione Treviso) ai consiglieri regionali, in vista del dibattito del 16 gennaio: “Usciamo dagli steccati pregiudiziali, il Veneto può essere protagonista di una svolta epocale. Azione  favorevole alla normativa che garantirà dignità ai malati irreversibili”.

 

Il 16 gennaio è prevista, nel calendario del Consiglio Regionale del Veneto, la discussione del progetto di legge regionale e iniziativa popolare (proposto dall’Associazione Coscioni e sottoscritto da oltre novemila veneti), che affronta il delicato tema del fine vita e della regolamentazione del suicidio medicalmente assistito.

In vista dell’importante scadenza (il Veneto potrebbe essere la prima regione ad approvare questa legge), il segretario provinciale di Azione Treviso, Fabio Pezzato, ha scritto a tutti i consiglieri regionali della provincia di Treviso, per offrire loro il contributo del partito nel percorso che condurrà alla regolamentazione di una materia spinosa. I destinatari della lettera sono Roberto Bet, Sonia Brescacin, Marzio Favero, Nazzareno Gerolimetto, Gianpiero Possamai, Tommaso Razzolini, Silvia Rizzotto, Alberto Villanova e Andrea Zanoni.

Questo il testo della missiva: “La data del 16 gennaio 2024 è importante perché finalmente si arriva alla fine di un percorso che cerca di permettere un passo avanti alla civiltà: il fine vita ed il “suicidio assistito”. Come Azione abbiamo affrontato spesso questo tema; si sono confrontate varie anime, ma si è cercato di uscire dagli steccati di pregiudiziali che mal si conciliano con un tema come la necessità di dare una regolamentazione al fine vita. Ora la Regione Veneto può essere protagonista di una svolta epocale, dando il via libera ad una normativa specifica che cerchi di dare dignità ai malati irreversibili. Azione è favorevole alla legge di iniziativa popolare in discussione in Consiglio Regionale sul tema del fine vita ed in particolare del “suicidio assistito”. Siamo favorevoli ad un progetto di legge che miri a regolamentare chiaramente i casi in cui i malati irreversibili, al fine di sottrarsi a situazioni di sofferenza insopportabili, abbiano la necessità di accedere, attraverso il Servizio Sanitario, alle forme normativamente regolate che permettano loro di decidere scientemente di iniziare un percorso che dia loro un fine vita dignitoso e indolore. Azione oggi non è rappresentata in Consiglio Regionale, ma mi auguro, con queste poche righe, di aver fornito un contributo ed uno stimolo ad un dibattito che alle volte è apparso fuori tempo, in cui Lei possa dare un Suo apporto, con piena libertà di coscienza, alla regolamentazione di un momento tanto duro, quanto delicato, per un essere umano”.