La malaria è una malattia infettiva provocata da un parassita che si trasmette attraverso la puntura di zanzare infette.

Tale parassitosi causa circa 400.000 decessi all’anno: si stima, infatti, che il 40% della popolazione mondiale abiti in zone in cui questa malattia è endemica. In particolare, la malaria è diffusa nei paesi in via di sviluppo presenti nelle zone tropicali.

Malaria: le cause

Questa infezione è causata da un parassita patogeno (Plasmodium): una volta entrato nel sangue di una persona, esso raggiunge il fegato e si moltiplica.

Dal momento in cui avviene il contagio alla comparsa dei primi sintomi passano diversi giorni: tendenzialmente si va dai 9-14 giorni per l’infezione causata dal Plasmodium falciparum ai 18-40 giorni per quella associata al Plasmodium malariae.

I sintomi

La febbre presente in forma ciclica è uno dei sintomi più frequenti: la temperatura si alza fino ai 40°, quindi rimane stabile per alcune ore e poi si riabbassa, con grande sudorazione del malato.

Tuttavia, la sintomatologia può comprendere anche: brividi, mal di testa, nausea, vomito, diarrea, dolori ossei, tachicardia o convulsioni.

Le cure

La malaria deve essere trattata tempestivamente: attualmente esistono diversi farmaci che possono essere somministrati sia per via orale che endovenosa.

La cura varia in base al tipo di infezione, all’età, alle condizioni generali del paziente e alla gravità dei sintomi. Inoltre, è bene tenere presente che ci sono parassiti resistenti ad alcuni tipi di medicinali, ma molto sensibili ad altri.

La terapia deve essere continuata finché tutti gli agenti patogeni sono stati debellati all’interno dell’organismo: in caso contrario, infatti, l’infezione può avere una recrudescenza o una recidiva.