Le indagini della Guardia di Finanza di Venezia
Le indagini della Guardia di Finanza di Venezia

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia hanno eseguito mirati controlli in materia di pagamenti a mezzo POS segnalando 25 soggetti per mancata accettazione del pagamento e ulteriori 5 soggetti per indebite maggiorazioni dei prezzi.

Le norme

A partire dal 1 luglio, sono entrate in vigore le nuove disposizioni legislative che prevedono sanzioni per l’inosservanza dell’obbligo, già previsto da anni, di accettare pagamenti elettronici, indipendentemente dagli importi.

La norma, infatti, prevede, nei casi di mancata accettazione o rifiuto, da parte degli esercenti e professionisti, del pagamento da parte del cliente, anche per pochi euro, mediante “moneta elettronica” digitale (carte di credito, bancomat, carte di pagamento o prepagate e tutti i mezzi di pagamento elettronici che consentano la tracciabilità dell’incasso), una sanzione di 30 euro cui si aggiunge il 4% del valore della transazione elettronica rifiutata.

I controlli

I controlli delle Fiamme Gialle veneziane hanno riguardato l’intera provincia e sono scattati soprattutto a seguito di segnalazioni pervenute al Servizio di Pubblica Utilità “117” da clienti, per lo più turisti o avventori di esercizi commerciali, i quali lamentavano il rifiuto di accettare pagamenti elettronici (ad esempio, per continui malfunzionamenti del POS, perché non in possesso di POS o perché l’importo dell’acquisto era troppo basso) ovvero, in alcuni casi, l’applicazione di una maggiorazione del prezzo di acquisto in caso di pagamento tramite POS anziché contante.

Le indagini

Le attività ispettive eseguite hanno consentito di constatare il rifiuto di accettare il pagamento elettronico da parte di 20 esercenti (bar, tabacchi, ristorazione e palestre) nei cui confronti sono stati redatti verbali trasmessi alla locale Prefettura, Autorità competente ad irrogare le relative sanzioni.

Segnalazione di sovrapprezzi

Per ulteriori 5 soggetti (per quattro di essi è stato riscontrato un aumento del prezzo dei prodotti acquistati connesso alla richiesta di pagamento a mezzo bancomat mentre in un altro caso è stato applicato, da parte dell’esercente, uno sconto del 5% in caso di pagamento i contanti della merce acquistata), sono state inoltrate apposite segnalazioni all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, organo competente alla contestazione e all’accertamento del divieto di sovraprezzo per l’utilizzo dei citati strumenti di pagamento in relazione alle norme in materia di Codice del Consumo.