L’ortoressia è un disturbo alimentare: chi ne soffre, infatti, sviluppa una vera e propria patologia ossessivo-compulsiva nei confronti del mangiare sano.

Parliamo di un problematica in prevalenza maschile e da non sottovalutare. Secondo i dati diramati dal Ministero della Salute oltre 3 milioni di italiani manifestano disturbi alimentari e circa il 15% di essi è affetto da ortoressia.

Ortoressia: che cos’è e quali sono le possibili cause

I malati di ortoressia pensano al cibo in modo angosciante: esso, infatti, crea preoccupazione emotiva, tanto che la scelta alimentare diventa rigida e selettiva e porta a mettere in atto comportamenti ossessivi-compulsivi.

Inoltre, i soggetti ortoressici sviluppano una vera e propria fobia nei confronti dei cibi ritenuti non sani o contaminati e tendono ad isolarsi e a mangiare in solitudine. Gradualmente, la qualità alimentare diventa una vera e propria ossessione, tanto da richiedere una programmazione del cibo minuziosa.

Le cause all’origine del disturbo sono complesse ed articolate: nella società odierna, ad esempio, si tende a dare molta importanza all’aspetto fisico e all’alimentazione sana. Inoltre, in questo tipo di malati può essere presente una tendenza ossessiva-compulsiva o una particolare predisposizione genetica o familiare.

Le conseguenze e terapie

Il rischio principale è quello di sviluppare una grave malnutrizione dovuta all’ingestione di una quantità di cibo modesta o sbilanciata, priva dei nutrienti essenziali. Un altro aspetto da tenere in considerazione, inoltre, è che i soggetti ortoressici tendono ad isolarsi e a perdere i propri legami affettivi e sociali.

Per trattare e curare questo disturbo alimentare è importante rivolgersi ad uno specialista. Un ruolo centrale è affidato alla psicoterapia che permette di indagare le cause scatenanti alla base del disturbo ed di modificare eventuali comportamenti alimentari scorretti.