Alla vigilia dell’8 marzo la Commissione regionale per le pari opportunità del Veneto ha fatto il punto sulle pari opportunità nelle istituzioni elettive. L’organismo consultivo, presente l’assessore regionale alle pari opportunità Elena Donazzan, ha messo sotto la lente – in particolare – l’esito del voto politico del 4 marzo, prima prova di applicazione del cosiddetto ‘Rosatellum’.

Nonostante le riserve sul metodo di scelta della candidature e le preoccupazioni per un utilizzo penalizzante della presenza femminile nel meccanismo delle pluricandidature – dichiara la presidente della commissione Elena Traverso  – constatiamo che in Veneto la nuova legge elettorale ha garantito una percentuale di elette superiore al 40 per cento nei collegi uninominali e di poco più del 30 per cento nei collegi plurinominale. Al termine dei conteggi, il Veneto può contare, tra Camera e Senato, su una rappresentanza di 26 donne su un totale di 74 parlamentari. Un risultato che appare ancora lontano dall’effettiva composizione del corpo elettorale annota Traverso, in sintonia con le consigliere della commissione – ma certo più rispondente al principio di rappresentanza di genere rispetto a quanto prodotto dalla legge elettorale regionale”.

“A Camere insediate, la commissione regionale Pari Opportunità procederà ad una analisi più approfondita e ‘scientifica’ dei meccanismi di selezione della classe politica e degli effetti della nuova legge elettorale, e produrrà una propria iniziativa politica  – anticipa l’assessore Donazzan – Ma già ora si profila evidente la necessità di rivedere la legge elettorale regionale e di intensificare le azioni che promuovono la partecipazione e il protagonismo delle donne. L’obiettivo è rendere le istituzioni rappresentative dell’effettiva composizione del corpo elettorale. Attualmente le donne elette in Consiglio regionale sono 11 su 50, vale a dire il 22 per cento. Quella attuale è una percentuale nettamente superiore a quella delle precedenti legislature, sicuramente la più elevata nella storia della Regione Veneto, ma ancora lontana dagli obiettivi di parità e di rappresentanza affermati dalla Costituzione. Credo sia doveroso interrogarsi e rimuovere un divario che, a più di settant’anni dal voto alle donne, deve essere colmato”.