La proposta

Un progetto di legge statale “dormiva” da tempo in commissione Affari istituzionali, ora però le stragi di Bruxelles hanno spinto il consigliere zaiano Alberto Villanova a stringere i tempi. «Per motivi di pubblica sicurezza è vietato nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, l’uso di caschi integrali o di qualsiasi altro mezzo atto a rendere impossibile il riconoscimento della persona, inclusi abiti o indumenti di qualsiasi origine etnica o culturale, quali il burqa e il niqab, che celano, travisano o nascondono il volto in particolare l’uso esterno «improprio»- cioè non dettato da esigenze di sicurezza – di «caschi protettivi» idonei «a dissimulare o nascondere la persona nei suoi caratteri esteriori percepibili occultando i dati somatici del viso». «Burqa e velo integrale- non appartengono alla cultura della maggioranza delle donne islamiche che vivono in Italia», la replica di Villanova «ma costituisce un diktat dei predicatori della sharia. Ricordo che già il Belgio e la Francia prevedono norme in materia; e la stessa Corte europea dei diritti umani, con sentenza del 10 luglio 2014, ha sancito che il divieto della velazione integrale previsto nella legislazione francese non viola né il diritto alla libertà di religione né quello al rispetto della privacy».

La discussione

La discussione, avviata dal presidente Marino Finozzi, ha registrato un sostanziale consenso dei commissari, allargandosi presto ad un altro punto sensibile: la variazione del regolamento di accesso alle sedi regionali e alle aziende sanitarie, così da vietare l’ingresso a persone dal volto coperto o in possesso di armi, anche detenute per difesa personale (il precedente corre all’europarlamentare Remo Sernagiotto che, da assessore, si recava abitualmente al Ferro-Fini con la pistola sotto la giacca). Sì convinto alle nuove misure da parte del leghista “liberal” Luciano Sandonà; dai tosiani Maurizio Conte e Giovanna Negro, dal centrista Marino Zorzato, da Sergio Berlato di Fratelli d’Italiae da Simone Scarabel del M5S, lesto però a ribadire il rifiuto di ogni «tentazione discriminatoria». Un appello all’unità in nome dei valori di «legalità, sicurezza, integrazione», è giunto da Alessandra Moretti, la capogruppo del Pd: «In questi giorni drammatici, scanditi dalle stragi nel cuore della nostra Europa, dobbiamo ritrovare una voce comune, le istituzioni che rappresentiamo devono trasmettere ai cittadini la certezza che intendiamo tutelare in ogni modo la loro incolumità. Chi arriva nel nostro Paese in cerca di una vita migliore ha il dovere di rispettare le regole vigenti, incluso il divieto di circolare con il volto mascherato».

Il Parlamento

Il confronto proseguirà nella prossima seduta, in vista del voto in commissione e in aula, prologo al passaggio del progetto legislativo all’esame del Parlamento.

Gian Nicola Pittalis

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