Abbiamo deciso di affrontare il tanto discusso argomento delle Unioni Civili toccando di giorno in giorno tutto il percorso che ha portato alla definizione del Ddl Cirinnà partendo dall’inizio ottobre 2015 fino agli ultimi giorni.

Quello che è accaduto i primi giorni è frutto di un percorso che ha portato poi alle decisioni che ormai sembrano definitive su quali possano essere i punti accettati ed affrontati dal Governo e quali, invece, sono stati scartati.

Perché abbiamo deciso di trattare questo tema? Perchè per il prossimo numero cartaceo è prevista l’uscita speciale sia sul mensile di Venezia che su quello di Treviso di una approfondita analisi sul tema.

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Arrivati al 4 febbraio di questo anno, pochi giorni dopo il Family Day, c’è un ulteriore tentativo di bloccare il ddl Cirinnà sulle Unioni Civili.

Questa volta a mettere questo possibile veto sono i senatori del gruppo Idea di Gaetano Quagliarello ed i Popolari di Mario Mauro.

Per loro il decreto viola l’articolo 72 della Costituzione che recita: “Ogni disegno di legge, presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una Commissione e poi dalla Camera stessa, che approva articolo per articolo e con votazione finale; il loro ricorso fa richiesta esplicita alla Consulta.

I senatori in questione affermano poi che non è stata sancita nessuna discussione in commissione Giustizia del provvedimento, e quindi si sono visti violare le “essenziali funzioni e prerogative proprie di ciascun parlamentare”.

Il 14 di ottobre 2015, quindi, è stato portato in aula senza relatore a causa dell’ostruzionismo in commissione di Ncd e di altri esponenti di area conservatrice. Il procedimento è così rimasto bloccato per mesi ma tuttavia la seduta è stata dichiarata aperta da una relazione del presidente della commissione Giustizia che faceva il punto della situazione.

Matteo Venturini

unioni civili