Terezín (in tedesco Theresienstadt) è una città della Repubblica Ceca, nella regione di Ústí nad Labem, a circa 60 km a nord di Praga. Il campo di concentramento di Theresienstadt, per alcuni studiosi denominato solo come ghetto di Terezín, è incorporato dal Terzo Reich nel 1938, ed è noto per aver concentrato nel campo omonimo ”i maggiori artisti”, “il fior fiore degli intellettuali ebrei mitteleuropei, pittori, scrittori, musicisti» e «una forte presenza di bambini”. IMG-20160123-WA002Pubblicizzato dalla propaganda nazista come esemplare insediamento ebraico, altro non fu che un luogo di raccolta di prigionieri da indirizzare soprattutto ai campi di sterminio di Treblinka ed Auschwitz. Su un totale di 155.000 ebrei passati da Theresienstadt fino alla sua liberazione l’8 maggio 1945; 35.440 perirono nel ghetto e 88.000 furono deportati per essere eliminati. IMG-20160123-WA004La funzione del ghetto, in una prima fase, fu concepita per l’attività subdola di promozione con la presentazione del luogo come esempio di tutti gli altri insediamenti. Propagandisticamente, infatti, a seguito del cosiddetto “programma di abbellimento”, Theresienstadt fu mostrata al Mondo come “zona autonoma di insediamento ebraico”, “il modello” nazista di cittadina per gli ebrei. In una immediata fase successiva il ghetto dimostrò invece l’inganno nazista e la sua reale funzione, ovvero collettore per tutte le operazioni di sterminio. Impiegata contemporaneamente come struttura detentiva per il transito dei prigionieri verso altri campi (circa un quarto di chi vi transitò morì), “la truffa nazista divenne evidente a partire dal gennaio 1942 quando iniziarono a partire da Theresienstadt i trasporti destinati prima ai ghetti orientali e subito dopo verso Treblinka ed Auschwitz”. Un “Privilegiert-Kz”, un campo di concentramento per  privilegiati; l’intellighenzia ebraica dell’epoca, concentrata in uno spazio chiuso da filo spinato e controllata a vista da crudeli carcerieri. All’interno del campo, inaugurato alla fine del 1941, venivano all’inizio tollerate, e in seguito addirittura incoraggiate, iniziative artistiche di vario genere. image27È così che i prigionieri potevano creare spettacoli teatrali e musicali (famosa l’operetta “Brundibar”), dipingere e applicarsi alle diverse arti. Le serate erano dedicate alle letture e ad attività artistiche, ma le pessime condizioni del campo e la fame che attanagliava e accomunava tutti i prigionieri costituiva una sorta di spartiacque tra la normalità delle situazioni che si creavano a Terezin e la effettiva ed assai crudele realtà. Ma tanta liberalità non deve indurre in inganno. Questo campo-modello oltre ad essere utilizzato dalla propaganda fu mostrato come esempio quando, nell’ottobre del 1943, il governo danese chiederà conto degli ebrei catturati dai nazisti a Copenhagen, le autorità naziste concederanno una visita del Campo ai rappresentanti della Croce Rossa internazionale. Ma la visita potrà avere luogo solo nella primavera dell’anno successivo: tale tempo servirà ai tedeschi per effettuare una eccezionale operazione di abbellimento del campo. Le facciate delle case verranno ridipinte, le vetrine dei negozi riempite di prodotti, saranno piantate aiuole e fiori; sarà addirittura costruita una sala musicale.  Inoltre per eliminare l’impressione di sovrappopolazione del campo e nascondere gli effetti della malnutrizione, 7.500 ebrei giudicati “impresentabili” vennero deportati ad Auschwitz. Terezin potrà meritare così l’eufemistica definizione di “centro residenziale ebraico”. img_0472La Croce Rossa internazionale e due membri del governo danese visiteranno il Campo il 23 giugno 1944 per circa tre ore, durante le quali la messa in scena del Campo modello sapientemente orchestrata funzionerà alla perfezione. Assisteranno ad una partita di calcio, ad un’operetta realizzata dai bambini, e ad un concerto. Vedranno i prigionieri assorti in tranquille attività di lavoro e in questo breve tempo non saranno in grado di percepire alcunché di anormale o di artefatto. Le minacce di morte subite dai prigionieri perché si mostrassero felici avevano sortito il loro effetto; furono aperti dei negozi, perfino un caffè, costruiti un parco giochi per bambini, un auditorium per la musica, piantati alberi e fiori. Terezin aveva svolto il suo compito. La Croce Rossa disse che non c’era bisogno di ulteriori controlli. dreadedL’operazione di mettere a tacere le voci che già iniziavano a girare fu un successo tanto che la mistificazione operata nei confronti della Croce Rossa fu così riuscita che i tedeschi girarono un film di propaganda a Theresienstadt le cui riprese iniziarono il 26 febbraio 1944. Diretto da Kurt Gerron destinato a mostrare il benessere degli ebrei sotto la “benevolente” protezione del Terzo Reich. Sotto minaccia nazista, in cambio del film, il regista ebbe la promessa d’aver salva la vita. Dopo le riprese la maggior parte del cast, e lo stesso regista, vennero invece deportati ad Auschwitz dove Gerron e sua moglie vennero uccisi nelle camere a gas il 28 ottobre 1944. IMG-20160123-WA009Il film completo non venne mai proiettato ma alcuni spezzoni vennero utilizzati dalla propaganda tedesca ed oggi ne rimangono solo alcuni frammenti. Gli ebrei rinchiusi nel campo di Theresienstadt «nonostante la costante minaccia della deportazione, ebbero una notevole vita culturale». IMG-20160123-WA003Potevano ad esempio avere accesso ad una biblioteca di 60.000 volumi, “scrittori, professori, musicisti e attori tennero conferenze, concerti e spettacoli teatrali” e per quanto possibile si adoperarono che tutti i bambini deportati potessero continuare il loro percorso educativo, infatti nonostante le proibizioni, quei bambini ”frequentarono le scuole” del ghetto. Quotidianamente si tenevano lezioni ed altre attività culturali; inoltre la comunità riuscì a pubblicare una rivista illustrata, Vedem, che trattava di poesia, dialoghi e recensioni letterarie ed era completamente prodotta da ragazzi di un’età compresa tra i dodici ed i quindici anni. Alla conclusione del conflitto degli oltre 15.000 giovani lettori solo 1.100 erano ancora in vita, ma altre stime riducono ulteriormente il numero dei sopravvissuti a 150. L’ United States Holocaust Memorial Museum calcola che il “90% di quei bambini morirono nei campi di sterminio”. hqdefaultIl “Campo per Bambini”, insomma, nato e costruito per illudere il mondo e tacitare le coscienze.  L’insegnante d’arte Friedl Dicker-Brandeis creò una classe di disegno per bambini nel ghetto: il risultato di questa attività furono oltre quattromila disegni che Dicker-Brandeis nascose in due valigie prima di essere deportata ad Auschwitz. Questa collezione riuscì a scampare alle ispezioni naziste e venne riscoperta al termine del conflitto, dopo oltre dieci anni. Molti di questi disegni possono oggi essere ammirati al Museo ebraico di Praga. Terezin è uno dei tasselli della “topografia del terrore” che i nazisti concepirono e realizzarono per mettere in atto la “soluzione finale” del problema ebraico. E tuttavia si tratta di un tassello particolare: un campo di concentramento che doveva servire da specchio per le allodole, da mostrare al mondo intero. Terezin-da-Jewishvirtuallibrary.org_Insomma un eccezionale strumento di propaganda da sfruttare al momento opportuno. Ma la fantasia dei bambini non poteva essere ridotta al silenzio; la loro immaginazione non veniva bruciata nel forno crematorio presente nel campo o piegata dalle botte e dalle malnutrizioni. La loro età non era un limite; varcava i confini di quella tragedia e le loro matite hanno raccontato al mondo la verità.

 

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Gian Nicola Pittalis

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