Nei mesi scorsi sulla rivista Science è stata divulgata una notizia allarmante: sui sedimenti raccolti nel Mar Tirreno centrale sono stati riscontrati 1,9 milioni di frammenti di microplastiche per metro quadro. Ovvero la concentrazione di plastica monouso più alta mai registrata in precedenza.

E secondo gli esperti il tasso di contaminazione potrebbe addirittura aumentare nei prossimi anni a seguito dell’ampio consumo di plastica legato all’emergenza in atto.

I passi indietro rispetto al passato

È un dato di fatto che a causa del COVID-19 l’inquinamento causato dalle plastiche monouso abbia subito una crescente impennata, col rischio tangibile di vanificare anche i risultati positivi ottenuti nei mesi precedenti alla pandemia.

All’inizio dell’anno, infatti, in tutta Italia erano state promosse varie iniziative green che hanno subito un inevitabile rallentamento con l’arrivo del lockdown.

Ad esempio, l’onlus Marevivo aveva redatto una guida zero waste per promuovere uno stile di vita sostenibile, mentre nel capoluogo lombardo era stata lanciata anche l’iniziativa Milano plastic free.

L’incidenza del COVID-19 sulla maggior produzione di plastica monouso

Tuttavia, anche l’uso forzato (e necessario) di dispositivi di protezione individuali usa e getta ha inciso ulteriormente sul problema. Fino ad ipotizzare possibili conseguenze deleterie imminenti, dal momento che molto spesso guanti e mascherine non vengono smaltiti correttamente, ma abbandonati nell’ambiente.

Parliamo, infatti, di presidi realizzati perlopiù in materiali non biodegradabili, non riutilizzabili e potenzialmente infetti che- gettati in modo errato- possono incidere negativamente sull’ecosistema marino e sulla salute.

Molte specie ittiche, infatti, si cibano involontariamente di microplastiche che successivamente vengono ingerite anche dall’uomo. Senza dimenticare, per concludere, che anche i guanti in lattice e gli elastici delle mascherine talvolta possono essere scambiati per22 cibo dagli animali marini, diventando così un pericolo mortale.