E’ custodito nel giardino del palazzo Berlandis, nel Sestiere di Dorsoduro, il ‘tocheton’, presentato stamani alla stampa. Si tratta del pezzo più grande, tra quelli giunti fino a noi, dell’antica torre di avvistamento che sorgeva al posto dell’attuale campanile di San Marco. Un grosso frammento, del peso di 4 tonnellate, delle macerie prodotte dal crollo del vecchio edificio, avvenuto il 14 luglio del 1902. Macerie che si scelse di inabissare in fondo alla laguna, e da cui il ‘pezzettone’ fu tratto in salvo da un antiquario, tale Salvatore Arbib, proveniente da una famiglia ebrea di Tripoli trasferita nella città lagunare.

Il tocheton, il cui valore storico è stato recentemente scoperto dagli attuali proprietari del giardino, è al centro del progetto ‘El Paron de Casa’ dedicato al campanile di San Marco. Un progetto culturale ed educativo, realizzato nell’ambito dei 1600 anni di Venezia “che coniuga archeologia, storia in senso stretto, epigrafi ma anche storia sociale e culturale di un simbolo di identità della comunità veneziana” come ha spiegato oggi Lorenzo Calvelli, docente associato di Storia romana dell’Università Ca’ Foscari, partner del progetto. Tra i presenti all’evento di stamani anche l’archeologa Sara Bini della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, nonché Vittorio Baroni, autore del progetto “El Paron de Casa”, i proprietari del giardino privato che ancora oggi custodisce il reperto storico e, in rappresentanza dell’Amministrazione, la presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano.

La presidente ha espresso soddisfazione per il progetto: “Siamo alla vigilia di un anniversario importante per la città, il 14 luglio giorno del crollo di uno dei monumenti-simbolo di Venezia. All’epoca era una torre di avvistamento, oggi è il campanile di San Marco. E’ davvero straordinario che questa scoperta avvenga nell’anno in cui festeggiamo i 1600 anni dalla fondazione di Venezia. Grazie a voi che avete aperto le porte alla città da parte dell’Amministrazione: ci avete dato modo di condividere questo pezzo straordinario di storia. Un ringraziamento anche a Vittorio Baroni, autore de “El Paron de Casa” con l’associazione “Lido Oro Benon” e a tutti coloro che lo supportano, quindi anche l’Università Ca’ Foscari: si tratta di un progetto straordinario di condivisione storica, culturale, artistica, ambientale e con obiettivi di sostenibilità. Qui si intrecciano tanti pezzi della storia di Venezia, conosciuta in tutto il mondo, di cui andiamo fieri. Il progetto ruota intorno al simbolo importante del campanile, simbolo di resilienza e di rinascita in un momento storico come questo di pandemia, che è stato preceduto da un altro episodio fonte di sofferenza per i veneziani, come quello dell’acqua granda”.

Il progetto culturale educativo “El Paron de Casa”, nome con cui viene confidenzialmente chiamato il campanile di San Marco, trae origine dai nuovi ritrovamenti di mattoni della vecchia struttura. Le macerie del crollo del 1902 furono gettate in mare a 3 miglia dal Lido di Venezia in zona San Nicolò. Il progetto comprende 12 iniziative realizzate nell’ambito dei 1600 anni dalla Fondazione di Venezia e i 110 anni (1912-2022) dall’inaugurazione del campanile di San Marco riedificato. Di durata biennale, coinvolge l’Università Ca’ Foscari di Venezia – Dipartimento di Studi Umanistici con il patrocinio di Procuratoria di San Marco, Ordine degli Ingegneri di Venezia e Confindustria Venezia e prevede anche la collaborazione con nove scuole di Venezia (centro storico, isole e terraferma).