Far west a Treviso in Viale IV Novembre, questa notte intorno alle 22.
Anzi, “far east”, essendo, molti coinvolti nella rissa che ha sconvolto un quartiere intero originari, dell’est Europa. Tra cui l’uomo che ci ha lasciato le penne, un kosovaro di 45 anni ucciso a coltellate fuori dal bar la Musa.

Complessivamente, il regolamento di conti ha visto coinvolte 20 persone, pare una banda di rumeni e una di kosovari che avevano cominciato a darsele di santa ragione già alle fiere di San Luca. Poi, la lite tra gang rivali è degenerata, fino all’episodio culminante che ha visto una serie di persone scendere da un furgone armate di spranghe e coltelli, per scatenare il putiferio proprio fuori dal bar, una vera e proprio spedizione punitiva sul plateatico del condominio adiacente. Sul luogo del delitto è stato ritrovato pure il fondello vuoto di un coltello da sub della “Cressi”, che potrebbe aver contenuto l’arma da taglio usata per assassinare la vittima.

Proprio la titolare cinese del locale racconta di aver tempestivamente sprangato le sue serrande appena scoppiata la violentissima rissa nel plateatico frontestante, per proteggere i clienti in quel momento presenti “Ma un uomo, ferito, ha fatto in tempo a scappare dentro il bar, correndo via poi per il retrobottega e gettando le persone qui presenti nel panico”.

Le persone presenti in zona al momento del fatto, perlopiù giovani usciti anch’essi dalle fiere di San Luca, hanno raccontato di aver visto almeno altri due uomini sanguinanti scappare in direzione restera: in effetti, le tracce di sangue nell’area circostante non si contano, e si perdono proprio all’ingresso di Via Lorenzo Lotto, il più vicino accesso all’Alzaia del Sile.

Grande dispiegamento di forze dell’ordine: Polizia di Stato, Carabinieri, Polizia locale e i Vigili del fuoco, oltre naturalmente ai sanitari del Suem 118.

I fermati dalla Squadra Mobile diretta dalla dott.ssa Immacolata Benvenuto sarebbero 7 partecipanti alla rissa: di questi, tre sono stati portati all’ospedale Ca’ Foncello e due al nosocomio di Oderzo per ricevere le cure del caso, l’altro è invece stato tradotto in Questura.

E’ intervenuto pure il Sindaco di Treviso Mario Conte “E’ un fatto gravissimo. Questa violenza non appartiene alla nostra città. Non fa parte del nostro Dna. Tolleranza Doppio Zero – citando un illustre predecessore, Giancarlo Gentilini, che aveva fatto della sicurezza l’architrave della propria linea politica – nei confronti di coloro che vogliono trasformare Treviso in un campo di battaglia per i loro regolamenti di conti.”